PROCESSO THYSSENKRUPP: OTTAVA UDIENZA PROCESSO
DI PRIMO GRADO
Torino, giovedì 5 marzo: sotto un cielo che da
trentasei
ore scarica pioggia a secchiellate, presso la
maxi-aula uno
di Palazzo di Giustizia - corso Vittorio Emanuele II 130 -
va in scena l'ottava udienza del processo alla
Thyssenkrupp, il colosso tedesco dell'acciaio nel cui
stabilimento torinese - sito in corso Regina Margherita
400 - è avvenuto, la notte del 6 dicembre 2007, l'orrendo
eccidio di sette lavoratori della linea cinque, bruciati
vivi nell'incendio causato dalla criminale assenza delle
più elementari norme di sicurezza, come vanno ripetendo
tutte le testimonianze sinora ascoltate.
La seduta si apre alle ore 9:30 con la seconda parte
della
deposizione del parlamentare Antonio Boccuzzi che si
sottopone al fuoco di fila delle domande degli avvocati
della difesa per circa tre ore - finirà intorno alle ore
12:15 - rispondendo puntualmente a qualunque rilievo dei
legali degli imputati i quali, attraverso un interrogatorio
particolarmente lungo e complesso - prima gli chiederanno
di spiegare nei minimi dettagli il funzionamento della
linea cinque, coadiuvandosi anche con uno schema proiettato
su un telo bianco, poi gli chiederanno di ricordare la
notte del massacro, successivamente gli chiederanno di
precisare quali fossero le sue mansioni come Rls -
cercheranno di screditare il teste agli occhi della Corte,
senza peraltro ottenere alcun risultato, avendo il Boccuzzi
risposto puntualmente alle domande senza mai cadere in
contraddizione con quanto in precedenza dichiarato.
Anzi, sul finire della deposizione, sono proprio gli
avvocati degli imputati a confondersi in occasione di
alcune domande fatte con l'ausilio di alcune foto
scattate
dalla polizia scientifica la sera del 6 dicembre 2007.
Al termine del controinterrogatorio dell'avvocato
Audisio,
e prima che il pm possa a sua volta porre altre
domande al
teste, la presidente sospende la seduta fino alle ore
13:15; in seguito alle ultime domande del pm,
anch'esse
svolte con l'ausilio di materiale fotografico della
scientifica, la deposizione del Boccuzzi termina alle
ore
13:30.
Subito dopo viene chiamato a deporre Roberto Di Fiore -
dipendente Thyssenkrupp della squadra di emergenza
interna
(coloro, in sostanza, che previa autorizzazione del capo
turno si occupano di spegnere gli incendi di "palese
gravità" - secondo il piano di evacuazione fornito
dall'azienda a chi si occupa di prevenzione incendi -
quelli che un teste successivo avrebbe definito "quelli che
non si possono spegnere con il semplice uso degli
estintori": da notare come gli altri incendi debbano essere
spenti dagli addetti alla linea, come precisa il contratto
di lavoro), che spiega l'accaduto la notte dell'eccidio,
puntualizzando anch'egli come la radio ricetrasmittente non
funzionasse affatto; conclude il suo intervento facendo
presente alla Corte di essere ancora adesso in cura presso
la Asl di Venaria Reale, e
di essere in trattamento con
psicofarmaci, perché il ricordo di quella notte lo continua
a tormentare e non lo lascia dormire.
Quando, sono le ore 14:30, termina la deposizione di Di
Fiore, sul banco dei testimoni viene chiamato Mauro Portin,
del reparto ecologia e della squadra antincendio; su
richiesta del pm procede a spiegare, dal suo punto di
vista, cosa è successo la notte dell'eccidio cedendo in
vari momenti ad una visibile commozione.
Sono le ore 15:00 quando viene chiamato al tavolo dei
testi
l'ultimo 'protagonista' della giornata, l'elettricista
Paolo Regis: il teste comincia precisando che
attualmente,
essendo la fabbrica chiusa, egli si limita all'attività di
guardianaggio.
Anch'egli procede a ricordare - come hanno fatto
sinora
tutti i testimoni ascoltati - come, dal settembre 2007,
tutto fosse cambiato in peggio all'interno dello
stabilimento; visibilmente emozionato, quindi, spiega
esattamente le proprie mansioni per poi addentrarsi nel
racconto della sera del massacro.
Alle ore 15:40, data l'ora tarda, la presidente
sospende la
seduta e la rinvia - per ascoltare le domande delle parti
civili e della difesa, a mercoledì 11 marzo.
Torino, 05 marzo 2009
Stefano Ghio - Torino