PROCESSO THYSSENKRUPP: SETTIMA UDIENZA DEL PROCESSO DI PRIMO GRADO

Torino, martedì 3 marzo: sotto un cielo plumbeo che non
promette nulla di buono si celebra, a partire dalle ore
9:30 nella maxi-aula 1 del Palazzo di Giustizia, la settima
udienza della fase dibattimentale del processo alla
Thyssenkrupp; in aula sono presenti gli imputati Salerno e
Cafueri, mentre gli altri sono già stati dichiarati
contumaci.
Le testimonianze previste per oggi sono tre: quella
dell'ingegnere chimico Piero Cavallero di Alessandria - che
si occupa di prevenzione e protezione della sicurezza sul
lavoro - in qualità di consulente tecnico del pm, e quelle
di due operai della linea cinque: Antonio Michele Boccuzzi
e Giovanni Pignalosa.
Il primo - che nelle fasi preliminari del processo è stato
incaricato dal pm di tradurre alcuni documenti dall'inglese
e dal tedesco, nonché di coordinare il gruppo di traduttori
resosi necessario data la mole di documenti (circa 1.200)
in modo da uniformare la traduzione soprattutto dei termini
tecnici - viene dapprima interrogato dal pm sulle varie
fasi del suo lavoro; successivamente lo stesso viene
controinterrogato dall'avvocato Audisio, del collegio di
difesa, che si oppone al deposito dell'intera consulenza -
accettando unicamente che vengano prodotte le sue note
scritte - presso la Corte poiché non tutta è stata fatta
dallo stesso Cavallero, ma si è avvalso di altri traduttori.
Il consulente precisa a più riprese che si sente coautore
di tutte le traduzioni, anche quelle effettuate da suoi
collaboratori - peraltro regolarmente designati dal pm -
poiché ha sempre avuto l'ultima parola sulla loro
regolarità, supervisionando l'intero lavoro.
Quando, sono le ore 12:00, l'audizione termina, la Corte
decide di acquisire l'intera documentazione, riservando
ovviamente il diritto alla difesa di presentare le sue
traduzioni e di confutare quelle del Cavallero attraverso
il contraddittorio.
Subito dopo è la volta di Antonio Boccuzzi, che racconta
dal suo punto di vista la notte dell'eccidio con dovizia di
particolari, cedendo in diversi momenti all'emozione, per
quanto piuttosto ben mascherata.
Da notare come, a seguito di una specifica domanda postagli
dal pm, l'attuale parlamentare del partito sedicente
democratico risponda di essersi trovato a partecipare a
Roma ad una riunione con Harald Espenhan - l'ad tedesco
accusato di omicidio volontario con dolo eventuale che i
suoi avvocati sostengono non conoscere bene l'italiano -
nella quale l'assassino parlava perfettamente italiano.
Alle ore 13:50, dopo l'interrogatorio del Boccuzzi da parte
degli avvocati delle parti civili, la Corte sospende la
seduta per circa 20 minuti prima di dare la parola alla
difesa.
In questo lasso di tempo, però, accadono due fatti che
costringono la presidente Maria Iannibelli a sospendere la
seduta e rinviarla a giovedì 5: l'avvocato Bonetto, legale
di alcune delle parti civili, ha un malore al bar del
Tribunale; nel frattempo l'imputato Salerno, che era in
compagnia dei suoi legali, viene avvicinato, e
pesantemente - nonché a nostro avviso più che
giustificatamente - insultato da un ex compagno di lavoro
dei martiri che, rientrato in aula, chiede scusa
pubblicamente per il suo gesto impulsivo - peraltro
prontamente denunciato alla Corte dall'avvocato dell'infame
macellaio che evidentemente non attendeva altro per poter
fare il suo show sulla non serenità dell'ambiente di fronte
ai reiterati insulti di cui (oh, poverini!) sono oggetti
lui ed i suoi assistiti.
Non eravamo presenti al fatto, essendo restati in aula per
tutto il tempo della sospensione, ma siamo assolutamente
certi che qualunque cosa abbia potuto essere detto a questo
massacratore di operai è sempre troppo poco.

Torino, 03 marzo 2009


Stefano Ghio - Torino