VIGILANZA DEMOCRATICA
La vignetta di Ellekappa, a pagina tre della edizione della "Repubblica" del 10 marzo, è semplice e comprensibile a tutti; ci sono i soliti due personaggi che dialogano: il primo afferma - riferendosi al caos liste del Pdl - <a questo punto faranno ricorso al Consiglio di Stato>, mentre l'altro replica <o forse al colpo>.
Siamo assolutamente convinti che le dichiarazioni del fascista dichiarato, ministro della Difesa, Ignazio Satanasso La Russa, <non risponderemo delle nostre azioni>, e quelle del Padrino di Arcore, <difenderemo la democrazia contro soprusi inaccettabili>, vadano proprio nella seconda direzione, posto che Al Pappone della democrazia ne farebbe volentieri a meno per poter esercitare, "sic et simpliciter", una dittatura personale fascista sia "de jure" sia "de facto".
Risulta quantomeno ridicolo il suo continuare ad appellarsi alla libertà - quando tutti sanno che a lui interessa la sua libertà di poter fare quello che vuole in barba a qualunque legge borghese - ed a paragonare il Pdl al partito dell'amore: a suo dire egli ama tutti gli italiani, purché, aggiungiamo noi, questi non siano né comunisti (o anche presunti tali), né giudici, né pubblici ministeri, né giornalisti indipendenti, né chiunque altro possa "disturbare il manvratore".
Una volta si sarebbe chiamato alla "vigilanza democratica": è l'ora di ripristinare certe buone abitudini.
Torino, 10 marzo 2010
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Torino