VERITA' E GIUSTIZIA
Il 12 dicembre 1969, alla Banca Nazionale dell'Agricoltura di piazza
Fontana a Milano, scoppia una bomba di matrice fascista che provoca 18 morti.
A quaranta anni dal massacro non si ha ancora una verità giudiziaria, dopo
che i due terroristi fascisti, al soldo degli yanqui, Franco Freda e
Giovanni Ventura - autori materiali del macello - sono stati assolti dalle
accuse,
nonostante la Corte di Cassazione abbia sentenziato come <il giudizio
sulle responsabilità di Freda e Ventura non può che essere uno: la risposta è
positiva.La verità giudiziaria negata - palesemente per non dover implicare i
padroni yanqui nella "strategia della tensione" volta ad arginare la rivolta
delle
masse - non impedisce ai proletari italiani di riconoscere chi ha
contribuito, direttamente o meno, a terrorizzare gli italiani.
Nel quarantesimo anniversario della strage fascista, i compagni scendono
in piazza per pretendere verità e giustizia: le "forze dell'ordine",
naturalmente, si schierano a fianco dei topi di fogna e dei loro alleati
forzitalioti, e
provocano il corteo fino a far sì che i compagni rispondano scontrandosi
con gli sbirri: il bilancio è di alcuni feriti tra i manifestanti.
Nel frattempo, sul palco della manifestazione ufficiale, salgono i
rappresentanti delle istituzioni lombarde - il podestà di Milano, il numero
uno della Provincia (il cui cognome è indicativo delle sue posizioni
politiche, essendo Podestà), ed il presidente della Regione, il pretofilo
Roberto
Formigoni - che vengono subissati dai fischi, essendo riconosciuti dai
manifestanti per quello che sono in realtà: fascisti travestiti.
Esigiamo verità e giustizia per questa orrenda pagina della storia
italiana; occorre ricacciare a forza nelle fogne le carogne fasciste autrici
materiali
ed ideologiche di tutti i peggiori crimini della storia del nostro Paese.
Torino, 13 dicembre 2009
Stefano Ghio - Torino