LA BOLOGNINA: VENT'ANNI (DI PERSEVERANTI ERRORI)

Il 12 novembre è l'anniversario del discorso di Achille Occhetto alla
Bolognina, nel quale l'ultimo segretario del Pci revisionista diede inizio
all'omicidio premeditato del suo partito per far nascere "la cosa", che
sarebbe poi diventata Partito Democratico della Sinistra (Pds).
Vent'anni dopo, l'artefice del seppellimento del partito revisionista
sotto un albero torna a magnificare - sulle pagine di tutti i quotidiani
reazionari - le sue gesta, e chiede di unire la sinistra, naturalmente nel progetto del
quale fa parte: Sinistra e Libertà.
Ci chiediamo come si sentano gli ex rifondaroli - il partito che nacque
proprio in opposizione alle scelte occhettiane - del Movimento per la
sinistra nello stare nella medesima formazione di colui che assassinò il più grande
partito sedicente comunista dell'occidente.
E' pur vero che, da tempo, dei sette fondatori di Rifondazione nessuno è
rimasto nel partito, ma non crediamo sia un caso che nessuno di loro sia
approdato in Sl, dove invece sono finiti i dirigenti dell'era dell'(in)
Fausto.

Siamo certi che alcuni dei dirigenti periferici di Rifondazione, pur
aderendo formalmente a SL, abbiano già deciso di non impegnarsi più politicamente
in prima persona: ci domandiamo cosa aspettino gli altri rinnegati
bertinottiani a fare altrettanto, o almeno a chiedere scusa all'Occhetto, a nome della
loro Rifondazione che ora considerano un errore.

Torino, 13 novembre 2009


Stefano Ghio - Torino