Il presidente della regione Lazio, Piero Marrazzo, si è autosospeso: lo ha fatto dopo essere stato sorpreso a parlare con un transessuale, di sera lungo i viali di Roma all’interno della sua auto blu; per questa vicenda quattro esponenti delle “forze dell’ordine”, nello specifico carabinieri, sono stati arrestati con l’accusa di “ricatto”. Lo scandalo, ovviamente, non è il fatto di essere stato immortalato a parlare con un transessuale - qualunque giudice serio si farebbe una fragorosa risata se Marrazzo fosse trascinato in Tribunale per rispondere di una ipotesi di reato inesistente, giacché, almeno per ora, si può intrattenersi a parlare per strada con chi si vuole - ma piuttosto che abbia usato l’auto di servizio, pagata dallo Stato, per fini privati: girare la sera per la città. Siamo contenti che l’ex conduttore televisivo abbia rimesso il proprio incarico, ci sembra un comportamento più che lodevole: soprattutto se paragonato a quello del presidente del Consiglio dei ministri, protagonista di episodi ben peggiori - escort portate, a pagamento, in un palazzo governativo (palazzo Grazioli) e con voli pagati dallo Stato, equivoche frequentazioni di ragazze minorenni, festini a luci rosse nella sua villa Certosa in Sardegna, visite private ad amici all’estero (Putin) effettuati con voli statali, e non (come sarebbe normale) privati - che invece di dimettersi grida al complotto dei comunisti. La politica borghese fa sempre più schifo: occorre organizzarsi per mandarli a casa tutti.
Stefano Ghio – Torino
Torino, 25 ottobre 2009