TAGLI RIFONDAROLI
"il manifesto" di mercoledì 5 novembre, a pagina 4,
presenta un articolo di Sara Menafra dal titolo: "Tagli,
Ferrero fa il Tremonti"; l'occhiello recita "Vacche magre.
Malumore per le nuove norme. Che non valgono per gli eletti
in carica", mentre il sommario è "Stipendi più bassi, meno
benefit: Rifondazione deve risparmiare".
All'interno del pezzo vengono spiegate le nuove norme che
regolano, dal punto di vista pecuniario, le attività di Rc-
Se: dal prossimo 21 novembre, data in cui verrà
ufficializzata la sforbiciata ai costi, ci sarà un piccolo
terremoto nelle tasche dei dirigenti rifondaroli; vediamoli
nel dettaglio.
Innanzi tutto le spese che riguardano le iniziative sui
territori, con la partecipazione di oratori nazionali,
saranno a carico delle strutture periferiche e non più del
centro: si può immaginare un notevole decremento delle
iniziative a carattere nazionale sui territori.
Per quanto concerne il rimborso delle spese di viaggio, in
occasione di trasferte a Roma per Comitati politici
nazionali o riunioni di dipartimenti nazionali, saranno
limitate ad alcune regioni - si suppone le più disagiate -
mentre le altre dovranno arrangiarsi rifondendo il
viaggiatore di tasca loro.
Il vero terremoto vi sarà, però, riguardo agli stipendi che
i vari funzionari percepiranno da ora in poi: il segretario
nazionale Paolo Ferrero - che fino ad oggi incassava ben 14
mila Euro mensili in quanto il suo appannaggio era
assimilato a quello dei parlamentari - vedrà decurtato il
suo stipendio a 3.500 Euro; i membri della segreteria
nazionale, il tesoriere ed il presidente del Collegio
nazionale di garanzia incasseranno 2.200 Euro, cifra assai
più modesta dell'attuale 45 per cento dell'appannaggio di
parlamentare, circa 12.600 Euro; i parlamentari europei e
nazionali - quando e se torneranno ad averne - invece di
versare il 55 per cento degli emolumenti - ossia
rispettivamente 26.400 e 15.400 Euro - trattenendo il
resto - rispettivamente 21.600 e 12.600 Euro - dovranno
versare tutto alle casse del partito ed accontentarsi di
soli 3.200 Euro al mese; per i consiglieri regionali,
infine, vale lo stesso principio dei parlamentari, solo che
il loro stipendio sarà di soli 2.200 Euro.
In prospettiva, il responsabile nazionale del dipartimento
Organizzazione - il reggiano Claudio Grassi - auspica
addirittura che si possa giungere alla <parificazione tra i
funzionari, gli eletti ed i normali salari delle persone
comuni. Gli emolumenti devono essere tutti abbattuti a
2.200 Euro>.
Personalmente riteniamo una proposta di buon senso, quella
sopra descritta, anche perché in questo modo si assisterà
ad una chiarificazione - e ad una netta separazione - tra
chi intende, in qualche misura, la politica come un
servizio al cittadino e chi ha scelto questa strada con il
solo scopo dell'arricchimento personale, e che a questo
scopo non si candiderà più nelle liste di Rifondazione ma
cercherà posti altrove.
Si badi bene che a quest'ultima categoria appartengono sì
molti personaggi dell'area vendoliana - che infatti sta
preparando la scissione - ma anche molti ferreriani che non
intendono rinunciare ai lussi e privilegi garantiti loro
dalla posizione che occupano e dall'appannaggio che
percepiscono.
Torino, 05 novembre 2008
Stefano Ghio - Torino