SUICIDI

Domenica 11 ottobre i Verdi, con la elezione a portavoce
nazionale dell'ex capogruppo alla Camera dei deputati
Angelo Bonelli - sostenuto anche dai cosiddetti Verdi-
verdi, la componente ecologista filo-fascista (alle
elezioni amministrative si presenta, invariabilmente, nelle
coalizioni della destra radicale e fascista) - hanno scelto
la via del suicidio, alternativa a quella dello
scioglimento in Sl: si suicideranno andando incontro
all'abbraccio mortale del partito sedicente democratico,
invece di farsi sciogliere nella acidula alleanza
capitanata da Nichi Vendola.
Il martedì successivo, "Liberazione" affida alla penna di
Enrico Colorni il commento di quanto accaduto in casa
ecologista: il problema è che questo scribacchino -
nell'intento, crediamo, di compiacere l'attuale dirigenza
rifondarola (e di conseguenza salvarsi dai previsti tagli
di organico) - invece di preoccuparsi per lo ulteriore
spostamento a destra del panorama politico, con il
rafforzamento della destra moderata sedicente democratica -
che avrà la ovvia conseguenza di togliere ulteriore spazio
di agibilità alla Federazione della sinistra
anticapitalista e di alternativa - si esercita nel dileggio
gratuito dei "cugini" di Sl, presi per i fondelli per la
battuta di arresto nella costruzione del loro progetto.
Sul finire dell'articolo, il pennivendolo scrive: <la De
Petris (Loredana, la candidata sconfitta, n.d.r.) era
fortemente voluta... da tutta quell'area dei Verdi che...
non vedeva l'ora di sciogliersi. Come neve fresca, libera e
giovane, s'intende, ma sciogliersi. Subito, presto,
prestissimo: il "cantiere" della nuova Sinistra Unita
(Sinistra e Libertà, appunto) non poteva (ne può)
aspettare. Beh, che dire? Toccherà che aspetti. Almeno un
pochino, ecco>.
Come dire: Rifondazione è morta, crepi anche Sl.
Ed i sedicenti democratici se la ridono, stanno per
ricevere nuova linfa ecologista.

Torino, 13 ottobre 2009


Stefano Ghio - Torino