SUDDITI
Ogni giorno che passa c'è una novità che ci fa credere
sempre di più di essere il cinquantunesimo stato della
federazione yanqui.
E' del 30 giugno, per bocca del ministro della Difesa
Ignazio La Russa - Satanasso - l'ammissione dell'attuale
governo che quello precedente ha tenuto nascosto al
proprio popolo che i soldati italiani, già da un anno,
combattono al fianco degli yanqui - e degli altri loro
sudditi inglesi ed australiani - in operazioni offensive in
Afghanistan: questo per legittimare l'obbedienza
all'ordine, arrivato dal Pentagono, di ridurre - ed in
prospettiva eliminare - gli ostacoli al combattimento dei
soldati italiani.
Ad onor del vero c'è da dire che l'ex omologo di Satanasso,
Arturo Parisi, lo stesso giorno ha difeso l'operato suo, e
dell'esecutivo guidato dal Mortadella, asserendo di aver
sempre informato il Parlamento di come si svolgevano le
cose a Kabul e dintorni; ci chiediamo, allora, in che mondo
vivesse l'allora ministro della Solidarietà sociale Paolo
Ferrero, visto che adesso sembra cadere dalle nuvole:
sarebbe bastato che leggesse attentamente le dichiarazioni
rilasciate da Parisi ai giornali per capire ciò che noi
andiamo scrivendo da mesi.
Ma per fare questo ci vuole la volontà politica di leggere
tra le righe e trarne le dovute conseguenze, sbattendo la
porta in faccia a questi servi; se non lo si è fatto, ciò
significa semplicemente che, pur di continuare a fare il
ministro, anche il valdese ha accettato di fare da schiavo
dei poteri forti.
Già solo questo basterebbe per essere felici per la
scomparsa della falsa sinistra istituzionale palesemente
pacifinta; a rincarare la dose ci pensa, giustamente,
Orsola Casagrande a pagina 9 del "manifesto" di
giovedì 3
luglio: la brava redattrice dà conto della lettera con la
quale il Maratoneta Emiliano, il giorno 18 maggio 2007,
confermava - al suo padrone Macchia Nera - la cessione
dell'area dell'aeroporto vicentino Dal Molin al'aeronautica
militare yanqui scrivendo: <Carissimo George, (...)
desidero confermarti la decisione del mio governo di dare
il proprio assenso all'allargamento della base Usa di
Vicenza attraverso l'utilizzazione dell'aeroporto Dal Molin
della stessa città. Con molta amicizia, Romano Prodi>.
Anche in questo caso, naturalmente, il rifondarolo
pinerolese non ne sapeva niente: ci domandiamo a cosa
potesse stare al governo, se si era tagliati fuori da
qualunque decisione in quanto, forse, spesso si rischiava -
soprattutto sulle questioni internazionali - la crisi
dell'esecutivo.
D'altronde quale fosse il grado di considerazione di cui
godeva la falsa sinistra, da parte della destra moderata
nel governo del Ciclista Bolognese, lo si evince anche dal
carteggio intercorso tra il commissario per la vicenda del
Dal Molin, il democristiano Paolo Costa, e l'ex ministro
sardo: nello scambio di missive il primo preme per
escludere l'allora ministro dell'Ambiente - Alfonso
Pecoraro Scanio - da qualunque possibilità di influire
sulla scelta di servire fedelmente il padrone yanqui.
Questi avvenimenti confermano, se ve ne fosse ancora
bisogno, come i veri comunisti non possono mischiarsi con i
borghesi, in un governo guidato da questi, ma devono
lavorare per costruire una vera alternativa, che non può
che essere un Partito Comunista marxista-leninista che si
ponga nell'ottica della preparazione di una futura
Rivoluzione per liberare i proletari dal giogo al quale
sono legati dai padroni e dai politicanti borghesi.
Noi lavoriamo in questo senso, fuori e contro i partiti
borghesi, anche quelli sedicenti comunisti.
Torino, 05 luglio 2008
Stefano Ghio - Torino