SOSPETTI LEGITTIMI
Il quotidiano reazionario torinese "La Stampa" - a pagina
64 della edizione di giovedì 9 luglio - pubblica un
articolo, a firma Marina Cassi, dal titolo: "Israele porta
lavoro a Torino con il chip anti-contraffazione";
l'occhiello recita, invece, che "in Piemonte si insediano 8
aziende per 200 milioni di investimento".
Leggendo l'articolo si viene a conoscenza del fatto
che
saranno poco meno di duecento milioni gli investimenti ed i
posti di lavoro nuovi quasi trecento - per la verità "la
Repubblica" sarà molto più precisa: 185 milioni e 265 posti
di lavoro.
Tutto questo mentre un'altra azienda, la Motorola, ha
appena ceduto il suo centro ricerche torinese - sito in
corso Vittorio Emanuele II - alla triestina Telit,
controllata anch'essa dalla entità sionista.
Forse la nostra è dietrologia, ma ci appare piuttosto
strano tutto questo improvviso interesse da parte
dell'entità sionista per la nostra regione: il sospetto è
che, attraverso lo specchietto per le allodole
dell'impianto di nuove aziende sul territorio, il governo
sionista intenda portare centinaia di agenti segreti del
Mossad - e magari reclutarne altri in loco - in una regione
dove la contestazione alle sue politiche verso la
popolazione palestinese è piuttosto vivace.
Assisteremo alla ennesima restrizione delle libertà
fatta
passare per opportunità di lavoro,in un momento di
fortissima crisi?
Torino, 09 luglio 2009
Stefano Ghio - Torino