SI', SI PUO'
"il manifesto" di giovedì 27 novembre contiene, a pagina
11, un articolo di Marco D'Eramo da New York, nel quale si
dà conto delle persone che il nuovo presidente yanqui ha
nominato nel suo gabinetto presidenziale.
Leggendo i nomi della squadra si nota come non ci sia
affatto alcun cambiamento - ma qualcuno era seriamente
convinto che "sì, si può" fosse qualcosa di più di uno
slogan elettorale? - rispetto alle precedenti
amministrazioni del più grande Stato terrorista del mondo.
La prova definitiva è che l'attuale ministro della Difesa
(ed ex capo della Cia nonché servo di Macchia Nera) Robert
Gates resterà al suo posto anche con il nuovo corso, il che
delinea una scelta di assoluta continuità, nelle guerre di
aggressione contro l'autodeterminazione dei popoli,
rispetto a quanto fatto dalle famiglie Bush e Clinton; a
quest'ultimo clan il nuovo comandante in capo degli
imperialisti yanqui ha assegnato ben più di un ministero,
oltre alla Segreteria di Stato (il nostro ministero degli
Esteri) a donna Hillary Rodham Clinton: Rahm Manuel, ex
procacciatore di fondi per Clinton, sarà il nuovo capo
dello Staff della Casa Bianca; Eric Holder, ex viceministro
della Giustizia, sarà ministro della Giustizia; Larry
Summers, già ministro del Tesoro, sarà consiglieri per gli
Affari economici; Robert Gibbs, già portavoce di John Kerry
vice di Clinton, sarà Addetto stampa della Casa Bianca;
Ellen Moran, ex sostenitrice di Hillary Rodham Clinton,
sarà direttrice della Comunicazione; James Steinberg, ex
viceconsigliere per la Sicurezza nazionale, sarà
viceministro degli Esteri; Tom Donilon, ex direttore
generale del Dipartimento di Stato, sarà il viceconsigliere
per la Sicurezza nazionale.
Come si può vedere, di sedici nomine ben otto sono in
perfetta continuità con chi lo ha preceduto: siamo sempre
stati certi del fatto che per tutti i popoli della Terra
non sarebbe cambiato nulla qualora la corsa alla Casa
Bianca fosse stata vinta da Barack Hussein Obama, ora ne
abbiamo la assoluta certezza, certificata da lui stesso.
Sì, si può... cambiare - peraltro poco, come abbiamo visto -
perché nulla cambi.
Torino, 27 novembre 2008
Stefano Ghio - Torino