SEMPRE PEGGIO

Odiamo essere quelli che dicono sempre "noi ve lo avevamo
detto", ma leggendo il pezzo a pie' di pagina 6
del "manifesto" di domenica 19 aprile - una corrispondenza
da Roma della redazione politica - abbiamo avuto l'ennesima
riprova di quanto andiamo sostenendo da sempre: l'assoluta
estraneità di Rifondazione alla cultura comunista.
Il pezzo in questione, che concerne - come recita il
titolo - una "Fronda anti-Greco a Liberazione", si conclude
con la confessione di Paolo Ferrero circa il suo
anticomunismo.
Il valdese che vorrebbe, sono parole sue, un partito
ecumenico dichiara: <intanto siamo comunisti in quanto
antistalinisti>; povero segretario: non sa che essere
contro il marxismo-leninismo, che lui chiama impropriamente
stalinismo, significa né più né meno essere anticomunisti.
Questo sempre che non si voglia credere alle favole che ci
vengono propinate dai seguaci di Lev Davidovic Bronstein, i
quali da circa settanta anni ci propinano la clamorosa
panzana secondo la quale il loro mentore, che si faceva
chiamare Trotzky, fu assassinato in Messico da un agente
sovietico inviato dal compagno Stalin.
Per loro sfortuna, uno dei più accaniti anticomunisti della
storia del loro stesso movimento - quell'Enrico Deaglio ex
direttore del quindicinale (ora mensile) "Diario", che
nell'ambito di una inchiesta sui vari trotzkismi - uscita
in occasione delle elezioni politiche del 2008 - scriveva
come Trotzky fu ucciso dal suo segretario: permetteteci di
dubitare che questo mostro di intelligenza superiore possa
aver scelto, in qualità di segretario, un sostenitore del,
da lui odiatissimo, compagno Stalin.

Torino, 19 aprile 2009


Stefano Ghio - Torino