SEIMILA EURO

Seimila Euro in più, rispetto al loro già ragguardevole
stipendio: questo è il compenso mensile per i militari
italiani - da qualche anno, è bene ricordarlo, tutti
volontari ben pagati - che scelgono di andare in missione
di guerra all'estero.
Giovedì 17 settembre sei paracadutisti italiani sono morti
per le conseguenze di un attacco suicida, operato dai
taliban, a Kabul.
Subito, da tutte le parti politiche, sono salite grida di
dolore e di commozione "per i nostri ragazzi caduti per
portare la pace (con le armi? mah...) in Afghanistan";
nessuno si è peritato di ricordare quanto costa al popolo
italiano, in termini economici, questa guerra voluta dai
terroristi yanqui - per vendicarsi dei presunti attacchi
alle torri gemelle dell'11 settembre 2001 - a cui l'Italia
partecipa in quanto serva, da sempre, delle amministrazioni
yanqui.
Ci chiediamo dove pensavano di andare,questi "valorosi
volontari caduti nell'adempimento del proprio dovere":
davvero pensavano di andare a fare una specie di allegra
scampagnata?
Credevano sul serio che il governo borghese offrisse
seimila Euro al mese per andare a divertirsi a Kabul?
Se un soldato sceglie di andare in guerra, sa bene che
rischia la vita; non è proprio il caso di abbandonarsi a
facili coccodrilli: l'unica cosa da fare è rendersi
indipendenti dalla politica imperialista degli yanqui,
ritirando le truppe dislocate in varie zone del pianeta per
aiutare i sogni di egemonia yanqui.

Torino, 18 settembre 2009


Stefano Ghio - Torino