SCONCEZZE
Il Vaticano si lamenta perché, è notizia di mercoledì 17
settembre, il latrocinio dell'otto per mille da parte delle
gerarchie ecclesiastiche ha subito una battuta di arresto:
lo scorso anno, infatti, gli italiani hanno fatto mancare
alle casse di uno Stato straniero perennemente finanziato
con i soldi dei contribuenti nazionali, qualcosa come 35
milioni di Euro, un dato forse in sé impressionante che
però viene decisamente ridimensionato se lo si rapporta al
totale dei soldi versati, annualmente, nelle casse
pontificie dagli italiani; è notizia di metà agosto che nel
2006 la Città del Vaticano ha incassato, grazie a questo
schifoso sistema di finanziamento obbligatorio, ben un
miliardo di Euro.
Giova ricordare che il quotidiano dal quale abbiamo tratto
la notizia, "La Stampa" di Torino, squaderna i dati della
redistribuzione di questa montagna di soldi versati nelle
casse della chiesa cattolica-apostolica-romana - e non
essendo mai stato smentito in alcun modo si suppone che
quanto scritto corrisponda al vero: solo un quinto delle
entrate viene dirottato verso quelle attività tanto
pubblicizzate durante il periodo della compilazione della
dichiarazione dei redditi, il restante 80 per cento serve a
pagare lo stipendio ai preti ed a tutti i parassiti come
loro: suore, frati, etc.
Il lettore potrebbe essere tentato di chiederci come mai
non menzioniamo, tra i costi che la chiesa cattolica-
apostolica-romana deve sostenere - a proposito: ci
chiediamo come mai non si riesce a sapere quali sono i
costi, certamente esorbitanti, di tutti i passaggi
televisivi pubblicitari per la raccolta dell'otto per
mille - le spese per il mantenimento e la eventuale
ristrutturazione dei locali parrocchiali: a questo
ipotetico lettore, evidentemente distratto, rispondiamo
che, quando ci sono delle spese da sostenere, i vari
prelati fanno appello alle autorità italiane perché queste
se ne facciano carico, cosa che puntualmente avviene a
causa della enorme quantità di politici pretofili che
infestano il panorama delle assemblee elettive italiane.
E' giunto il momento di porre fine a questo sconcio;
battiamoci per l'abolizione del Concordato e di tutti i
privilegi di cui godono questi parassiti: che vadano a
lavorare per vivere!
Torino, 17 settembre 2008
Stefano Ghio - Torino