QUINTO FABIO MASSIMO ?    UN DILETTANTE !

"il manifesto" di mercoledì 28 gennaio riporta - a pagina
5, articolo di Ilaria Urbani - la situazione di
Rifondazione a Napoli; il tiolo è "A Napoli il Prc fa lo
strano nì a Iervolino sì a Bassolino", mentre l'occhiello
riporta "Gli assessori si 'scindono' ma restano tutti (in
Giunta, n.d.r.)".
E' interessante la disamina che la giornalista fa del
(forse ex, a questo punto) più grande partito riformista,
poiché ne esce una fotografia impietosa: Quinto Fabio
Massimo, l'imperatore romano conosciuto con
l'appellativo 'il temporeggiatore', al confronto del
segretario rifondarolo appare quasi uno scellerato
avventuriero che prende decisioni affrettate senza
ponderare bene i pro e i contro.
Cosa avrà mai combinato Paolo Ferrero, si chiederà
qualcuno, per meritarsi un tale confronto: niente,
assolutamente nulla; infatti, dopo il caos deflagrato
attorno alla Giunta comunale partenopea in merito alla
questione Romeo - l'immobiliarista che ha permesso alla
magistratura di sgominare, almeno in parte, quella masnada
di corrotti e corruttori che stava governando la città -
l'ex ministro dell'ultimo governo di centro(falsa)sinistra
decide di non rientrare in Giunta, dopo l'abbandono delle
file del partito da parte dell'assessore alle Politiche
sociali Giulio Riccio - confluito nel vendoliano Movimento
per la Sinistra insieme con il consigliere Francesco
Minisci, ma garantisce comunque l'appoggio esterno degli
altri due consiglieri eletti: Alessandro Fucito e Raffaele
Carotenuto, anche se questi ultimi affermano che
decideranno caso per caso se confermare il proprio appoggio
alla sindaco Rosa Russo Jervolino.
In pratica decide di non decidere, così come fa in maniera
esplicita sulle sorti della Giunta regionale guidata da
Antonio Bassolino (<si affronta un problema alla volta>), a
sua volta toccata da guai giudiziari.
Enrico Berlinguer, da segretario del Pci revisionista, pose
la 'questione morale' al centro della propria battaglia
politica, rivendicando per il suo partito una totale
diversità rispetto al resto del ceto politico; il nativo di
Pomaretto, in val Germanasca, che rivendica il bisogno per
Rifondazione di ripartire "dal basso a sinistra", dovrebbe
ritornare alla suddetta questione, non fosse altro che per
mero calcolo elettoralistico: questa vicenda, però, ci
insegna che la realtà va nella direzione opposta.

Torino, 28 gennaio 2009


Stefano Ghio - Torino