QUELLA E' LA PORTA!

Il Nano di Arcore 'minaccia', vedansi i quotidiani di
domenica 28 dicembre: <se escono mie telefonate lascio
l'Italia> ed esplicita che lui continua a <telefonare
normalmente, ma il giorno che venisse fuori una mia
telefonata di un certo tipo, me ne andrei in un altro
Paese, scapperei via>.
Strana dichiarazione, quella del presidente del Consiglio
dei ministri: in pratica pretende la assoluta impunità per
i reati passibili di intercettazioni, quelli che - si
evince facilmente dalle sue parole che abbiamo ripreso
dal quotidiano torinese "La Stampa" - senza dubbio compie
senza problemi ed intende continuare a reiterare; non ci
sembra un caso che continui a battere sul tasto di vietare
le intercettazioni per quel che concerne i reati contro la
cosa pubblica: evidentemente non si può proprio toccare il
suo conflitto di interessi tra amministratore della 'res
publica' e padrone di innumerevoli imprese di ogni genere.
Ci sovviene la vicenda di quello che è stato il peggior
farabutto, certificato dalla magistratura, della politica
italiana: quel Benedetto "Bettino" Craxi che si rese
latitante scappando ad Hammamet - dove morì dopo alcuni,
interminabili, anni - per non pagare con decine di anni di
carcere i latrocinii perpetrati ai danni dello Stato
italiano.
Il Nano con la bandana è stato il maggior beneficiario dei
soldi dell'ex segretario del Psi degenerato, costruendo il
suo impero sulle ruberie dell'eccellente latitante, ed ora
si prepara a fare la stessa cosa del suo benefattore...
intanto poi ci penseranno i suoi servi a riabilitarlo, così
come è accaduto con il suo predecessore.
Non crediamo affatto che l'Italia, senza lo Psiconano,
possa essere un posto peggiore di quanto non sia ora:
perciò utilizziamo una frase ricorrente nei film del famoso
comico genovese Paolo Villaggio, adattandola alla
bisogna: "vadi, cavaliere, vadi! Quella è la porta!".

Torino, 28 dicembre 2008


Stefano Ghio - Torino