QUALE NUOVA FALSA SINISTRA?

Dalle storiche giornate elettorali del 13 e 14 aprile
scorso - a seguito delle quali la falsa sinistra è stata
cancellata dalla rappresentanza parlamentare - nelle forze
della ex Sarc si sta procedendo alla resa dei conti, chi
con maggior clamore chi sotto silenzio mediatico.
Detto che alla seconda categoria sembra appartenere solo il
Pdci, che comunque appare aver assorbito bene il colpo,
resta da vedere il resto delle formazioni in campo.
I Verdi praticamente non esistono più e, per la maggior
parte, si preparano ad entrare nel partito sedicente
democratico: potrebbe restare fuori l'area movimentista che
fa capo all'ex sottosegretario all'Economia - Paolo Cento -
ed al 'momentaneamente parlamentare' pacifista, il
bolognese Mauro Bulgarelli; è probabile che la collocazione
di questi ultimi sarà determinata da quale sarà il futuro
di Sd e di Rc-Se.
Sd appare anch'essa momentaneamente disconnessa dal mondo
reale: l'ultimo atto pubblico, a nostra conoscenza, nel
quale compare è la sostituzione del vecchio coordinatore,
Fabio Mussi, con quello nuovo: Claudio Fava.
Come è ormai prassi il partito che subisce il maggior
travaglio è Rifondazione: il congresso di luglio, infatti,
vedrà fronteggiarsi ben cinque mozioni alternative.
La prima, firmata da Maurizio Acerbo, vede l'area degli ex
Dp insieme con i grassiani di Essere Comunisti e gli ex
ferrandiani di Controcorrente; vede come
titolo "Rifondazione comunista in movimento. Rilanciare il
Partito, costruire l'unità a sinistra. Questo congresso.
L'impegno unitario come scelta di libertà".
La seconda, quella firmata da Nichi Vendola, è sostenuta
dalla ex maggioranza bertinottiana, con l'aggiunta di
alcuni "critici" che hanno proposto degli emendamenti, gli
ex dell'area di Sinistra Critica quali Salvatore
Buonadonna; il titolo è "Manifesto per la rifondazione".
La terza, quella di Claudio Bettarello, vede schierata
l'area dell'Ernesto; è intitolata "Rifondare un Partito
comunista per rilanciare la sinistra, l'opposizione e il
conflitto sociale".
La quarta, quella firmata da Claudio Bellotti, è
contrassegnata Falce Martello; titolo del documento "Una
svolta operaia per una nuova Rifondazione comunista".
La quinta è sostenuta da un gruppo di battitori liberi con
in testa l'ex bertinottiano Franco Russo;
titolo "Disarmiamoci: liberi/e, pacifici/che per un
congresso di discontinuità e radicalità".
Stante l'imponente frazionamento di forze tra i documenti,
si prevede un congresso dove 'grande sarà il disordine
sotto il cielo'.
Certo, le fasi preparatorie non aiutano a mantenere
l'atmosfera calma e rilassata: infatti, sin da subito, sono
scoppiate le polemiche tra i sostenitori dei primi due
documenti, che si prevede saranno quelli che si daranno
battaglia per la vittoria del congresso, con accuse
reciproche di colpi bassi.
Da una parte i ferreriani accusano gli avversari di voler
sciogliere il partito in un grande contenitore di una
indefinita falsa sinistra, dall'altra i vendoliani
respingono categoricamente l'accusa e rilanciano puntando
il dito sulla mancanza di autocritica da parte della nuova
maggioranza.
Brevemente facciamo il punto su quanto proposto dagli altri
documenti in campo.
La terza mozione, quella come detto sostenuta dai leninisti
dell'Ernesto, propone l'adesione alla "costituente
comunista" in modo da ricomporre la frattura che nel 1998
ha portato alla nascita del Pdci, le cui ragioni sono oggi -
 a detta loro - superate dagli eventi.
La quarta mozione - quella dell'area trotzkista Falce
Martello - propone, oseremmo dire naturalmente, il ritorno
del partito alla cultura dell'opposizione a qualunque
governo borghese.
La quinta propone una immersione tout court nei movimenti,
per il ritorno all'unica linea che loro considerano
vincente.
Per finire torniamo alle prime due posizioni poiché, dopo
aver attentamente letto i documenti, ci troviamo in
assoluto accordo con quanto affermato da Claudio Bellotti
in una recente intervista a "Liberazione": anche noi non
riusciamo a capire quali siano le differenze politiche
sostanziali tra le due posizioni; non è un caso, ci pare,
che i vari esponenti delle due mozioni si scambino accuse
di aver copiato parte dello scritto altrui.
A ben vedere, però, una differenza si nota: nel titolo
della seconda mozione non compare, e sappiamo che in
politica le sfumature sono la parte importante di una
dichiarazione, l'aggettivo 'comunista', come se fosse
intenzione degli ex bertinottiani fuoriuscire
definitivamente dalla tradizione del movimento operaio.
D'altra parte questa nostra sensazione è corroborata
anche da una recentissima dichiarazione di Baffetto da
Gallipoli che nei giorni scorsi è entrato a gamba tesa
negli affari interni di un altro partito auspicando la
vittoria della posizione di Vendola in quanto questa
porterebbe alla nascita di una sinistra responsabile
(leggasi subalterna al Pd) - formata dai vendoliani e da
Sd - che isolerebbe definitivamente la falsa sinistra
sedicente comunista.

Torino, 28 marzo 2008


Stefano Ghio - Torino