PROPAGANDISTI ALLA GOEBBELS

Sono ormai mesi che, quotidianamente, i giornali reazionari
e borghesi italiani si dilettano a rilanciare le accuse
degli imperialisti al regime della R.P.D.Korea,
dipingendolo come "una dittatura dispotica di un piccolo
uomo moribondo, pazzo, concubino", e tutte le possibili
nefandezze sul suo conto.
Sabato 6 giugno siamo arrivati all'apice delle calunnie
imperialiste, con l'accusa, da parte del dittatore sud
coreano e del di lui padrone yanqui, di fabbricare dollari
falsi per mettere in ginocchio l'economia occidentale.
Il giochetto imperialista è quello di screditare il Caro
leader Kim Chong-Il agli occhi della opinione pubblica
mondiale per avere il pretesto per attaccare la R.P.D.Korea
e sostituire la guida del Partito del Lavoro con la
dittatura borghese, quella che lorsignori chiamano
ipocritamente democrazia.
Il metodo usato dagli yanqui e dai loro lacché sud coreani
è uguale a quello del ministro della propaganda del regime
nazista, Eric Goebbels, il quale sosteneva che occorre
calunniare il nemico il più possibile, perché alla fine
della fiera qualcosa rimane nella testa della gente.
L'unica reale verità è che queste menzogne imperialiste non
scalfiscono il popolo nord coreano, guidato dalla giusta
ideologia marxista-leninista sviluppata nella sua variante
autoctona del djoutché, che siamo convinti difenderà
vittoriosamente la propria indipendenza dalle brame
espansioniste delle novelle camicie brune.
Concludiamo questo scritto riportando un passo delle Opere
Scelte del presidente Kim Il Sung, edizione francese tomo
VI pagina 298.
<Per un essere umano lo spirito di indipendenza è vitale.
Se lo perdesse sul piano sociale, non meriterebbe più
d'essere chiamato essere umano e non si differenzierebbe
dall'animale. Si può dire che per l'uomo, essere sociale,
la vita socio-politica sia più preziosa della vita fisica.
Se, pur vivo, un uomo venisse abbandonato socialmente e
perdesse la propria indipendenza politica, sarebbe - in
quanto persona sociale - come morto. Per questo, per i
rivoluzionari, morire nella lotta per la libertà piuttosto
che continuare a vivere da schiavi, è glorioso.
Misconoscere lo spirito di indipendenza, significa
misconoscere lo stesso essere umano>.

(da "L'idea del djoutché - In occasione del VI Congresso
del Partito del Lavoro di Corea. 10 ottobre 1980")


Torino, 06 giugno 2009



Stefano Ghio - Torino