PROFESSIONISTI
Un fatto è certo: la vera sinistra, quella di matrice m-l,
non ha nulla a che fare con tutto il resto di quella 'cosa'
che si definisce sinistra.
Nel fine settimana che si è concluso domenica 20 luglio, si
è tenuto il congresso nazionale del Pdci, l'unica
formazione politica che a buon diritto può definirsi erede
della tradizione del Pci revisionista.
La proposta del gruppo dirigente uscente, che è stato
reinsediato con circa l'88 per cento dei voti, era quella
di riunire i sedicenti comunisti sotto una unica bandiera,
naturalmente rossa con la falce e martello, i simboli del
lavoro.
Quali siano i soggetti ai quali fa riferimento il
professore cagliaritano riconfermato segretario - Oliviero
Diliberto - ce lo dicono coloro che hanno declinato
l'invito: Fabio Mussi, ex portavoce di Sd ha fatto gli
auguri per quella che ha definito, senza tanti giri di
parole, <una iniziativa velleitaria: Diliberto gioca a fare
la Rivoluzione, ma gioca per il re di Prussia>; da parte
della mozione vendoliana di Rc-Se non è arrivata nessuna
risposta, mentre Ferrero ha dichiarato che <per le Europee
lavoriamo ad una lista della sinistra che sappia essere più
forte della somma>; anche nella mozione dell'Ernesto si
trovano i distinguo tra chi - Fosco Giannini - è totalmente
a favore dell'idea dell'avvocato sardo, e chi - Gianluigi
Pegolo - nutre qualche perplessità.
Detto del 12 per cento racimolato dalla ex ministro Katia
Belillo, alleata e succube di Vendola, resta ben poco della
sinistra sedicente comunista: stai a vedere che finalmente
i falsi comunisti sgomberano il campo lasciando lo spazio
che meritano, per nome e storia, ai socialisti (quelli
veri, non i craxiani ovviamente).
Non potrebbe che nascerne una chiarificazione importante
per gli italiani, che a quel punto saprebbero bene quali
sono i veri comunisti; nel contempo certi foschi personaggi
sarebbero costretti a prendere decisioni contrarie alla
loro etica di professionisti della politica: magari
addirittura quella di andare a lavorare per guadagnarsi da
vivere onestamente.
Torino, 20 luglio 2008
Stefano Ghio - Torino