PERCHE' NO ?
Ci risiamo: la destra radicale e fascista alla guida del nostro Paese
vuole sopprimere la libertà di stampa; lo fa, come tutti i regimi fascisti
autoproclamatisi democratici, attraverso una furbesca norma che cancella
di fatto le testate che non siano direttamente dipendenti dal dittatore di
turno, o comunque gli facciano da zerbino.
La commissione Bilancio della Camera degli Imputati... pardon dei
Deputati, dà il via libera alla Legge finanziaria del 2010, nella quale - per la
quarta volta consecutiva - è contenuta una norma che abolisce i contributi
statali alle testate "di partito, di idee e cooperativa"; il risultato, se sarà
approvata la norma senza correzioni in corsa, sarà la inevitabile
scomparsa delle testate di riferimento della "sinistra" istituzionale, o la loro
riduzione a poco più che volantini.
Personalmente chi scrive non vedrebbe affatto male l'idea di riportare il
quotidiano alle dimensioni ed alla impaginazione che aveva "il manifesto"
delle origini: composto da un solo foglio formato A1, senza fotografie né
pubblicità, tutto notizie essenziali e corsivi fulminanti; forse non sarebbe
proprio
il massimo per gli amanti dell'estetica - coloro che sono abituati al giornale
a colori, con tante fotografie e decine di pagine nelle quali si reclamizzano
i più svariati prodotti, il tutto per mascherare l'assenza voluta di notizie -
ma si tratterebbe di un ritorno al giornale politico che serve ad informare e
formare la coscienza del lettore.
In estrema sintesi è proprio questo l'aspetto che più si è perduto con
l'andare del tempo: quanto accaduto è certamente colpa anche dei giornali
di opinione, che sono sempre più diventati tutto fuorché coscienze critiche
del Paese, ma anche degli stessi quotidiani politici che si sono voluti
adeguare, diventando pressocché inutili.
Torino, 08 dicembre 2009
Stefano Ghio - Torino