OSSESSIONE AD ALTA VELOCITA'
Ossessionati ed ossessionanti; sono gli unici termini che
ci sovvengono leggendo "La Stampa" di giovedì 17 luglio: a
pagina 26 c'è una breve di economia dove si annuncia, con
la solita enfasi, che da dicembre si impiegherà un'ora per
andare da Milano a Bologna con la nuova tratta ad alta
velocità, che sarà sperimentata a partire da ottobre.
Nelle 15 righe dello scritto in questione trova posto anche
la notizia che da Torino a Napoli si impiegheranno cinque
ore, e vi sarà un treno ogni quarto d'ora.
Permetteteci una digressione personale: nella giornata di
mercoledì 16 luglio chi scrive ha effettuato un viaggio,
con il Regionale 2055 - delle ore 17:20 - da Torino Porta
Nuova per La Spezia Centrale, dal capoluogo piemontese a
Genova Brignole; fino ad Arquata Scrivia tutto è filato
stranamente liscio, ma da lì in poi si è trattato di una
piccola odissea: prima ha deviato sulla linea dei Giovi via
Isola del Cantone-Busalla, mentre normalmente percorre la
via diretta che passa per Mignanego, poi - poco prima della
stazione di Genova Pontedecimo - il treno si è fermato per
circa quindici minuti, apparentemente senza motivo, per poi
proseguire su uno strano tracciato, deviando - poco prima
della stazione di Genova Rivarolo - lungo un binario di
raccordo con la via diretta, perdendo così altri dieci
minuti; tutto questo ha portato il convoglio a giungere
alla stazione di Genova Brignole alle ore 18:07, invece che
alle ore 17:43, come da orario ufficiale.
Tutto questo è solo uno dei contrattempi quotidiani che i
viaggiatori sono costretti ad affrontare giornalmente,
quando almeno la metà dei treni non "di alta qualità" - i
Regionali, i Diretti e gli Espressi - viaggiano
regolarmente in ritardo; ma sovente anche quelli per i
quali si paga un costosissimo supplemento, per dei servizi
a bordo per la maggior parte delle volte inesistenti od
inefficienti, viaggiano in ritardo, a volte ben più dei
ventinove minuti al di sotto dei quali non c'è il rimborso
del trenta per cento del costo del biglietto (in proposito
c'è da segnalare la vergognosa norma che prevede, per poter
ottenere il rimborso di parte del viaggio, che occorre
essere in possesso della prenotazione del posto - del costo
di tre Euro - che è esclusa dal conteggio del rimborso).
A fronte di questo, negli ultimi due anni, ci sono
stati 'adeguamenti tariffari' - aumenti praticati dalle FS
con il pretesto dell'armonizzazione dei costi tra le varie
tratte, che guarda caso sono sempre coincisi con il portare
i costi dei biglietti al pari del prezzo più alto - anche
del quindici per cento: per restare al caso specifico e
concreto del sottoscritto, fino a meno di due anni fa per
un biglietto di sola andata Torino Porta Nuova-Genova
Brignole spendevo Euro 7,90, oggi sborso Euro 8,75: un
aumento del 10,76 per cento, e Trenitalia asserisce di non
aver aumentato i biglietti!
Continuando nella elencazione delle magagne di cui soffrono
le ferrovie italiane, ci sono i tagli effettuati in questi
anni che hanno portato alla soppressione di intere tratte -
solo per restare in Piemonte ci sovvengono la Arquata
Scrivia-Tortona (soppressa, e sostituita con autobus, per
far spazio alla TAC Genova-Tortona denominata Terzo Valico)
e la Busca-Dronero - alla soppressione di fermate - si
pensi alle alessandrine Donna e Masio-Quattordio - alla
sostituzione estiva di tratte ferrate con autobus
sostitutivi - vedasi la bellissima Chivasso-Asti -
propedeutica alla chiusura definitiva delle stesse, e
quant'altro.
Inoltre ci sono altri problemi che non colpiscono
direttamente gli utenti se non accadono contrattempi
clamorosi: ci riferiamo alla chiusura di tante officine di
manutenzione veicoli - ci sovvengono Bussoleno e Genova
Trasta - che mette spesso nelle condizioni Trenitalia di
dover sopprimere delle corse, oppure nell'affitto di intere
tratte merci ai privati, comprensivo dei locomotori, che
vengono dati prioritariamente alle società private e poi,
se ne restano, circolano sule tratte pubbliche; è il caso
della Orbassano-Avigliana, sulla disastrata Torino-
Bardonecchia, mal messa anche e soprattutto per questo
motivo.
Peccato che le FS tengano la popolazione il più possibile
all'oscuro di questi accordi: forse perché altrimenti
dovrebbero rendere conto di questi accordi fatti alle
spalle e contro i propri clienti passeggeri.
Questa è la vergognosa situazione in cui versa il trasporto
su rotaia in Italia, ed i soloni che sono a capo
dell'azienda cosa pensano di fare per risolvere la
situazione?
Assolutamente nulla: l'unica cosa che interessa loro è
costruire nuove tratte che portino gente e merci il più
velocemente possibile da un capo all'altro dell'Italia e
dell'Europa a prezzi esorbitanti, in modo che siano
economicamente convenienti per il vettore, strafottendosene
assolutamente di quello che rappresenta, da sempre, il
novanta per cento della mobilità ferroviaria italiana: il
traffico locale, lasciato a deperire nel suo infame destino
alla faccia dell'incentivazione del trasporto ferroviario
ai danni di quello su gomma.
Anche per questo siamo da sempre a fianco del popolo NO
TAV, ed invitiamo tutti al campeggio valsusino che si terrà
dal 21 al 27 luglio a Venaus.
P.S.: lunedì 15 luglio un treno Eurostar si è spezzato in
due mentre veniva trasferito alla stazione di Milano
Centrale per entrare in servizio; l'incidente non ha avuto
conseguenze solo perché il convoglio era vuoto, ma questo
la dice lunga sull'affidabilità dei treni ad alta velocità.
Che poi le FS rendano edotta la popolazione soltanto
quattro giorni dopo è una vergogna che si può capire (ma
certamente non giustificare) soltanto se viene vista alla
luce di non creare allarme circa le sicurissime (!) tratte
ad alta velocità.
Torino, 19 luglio 2008
Stefano Ghio - Torino