ORIZZONTE COMUNISTA O ANTICAPITALISTA?
"il manifesto" di mercoledì 14 gennaio dedica le due pagine
centrali alla questione Rifondazione, e più precisamente la
imminente scissione della area Rifondazione per la
Sinistra, o almeno di una parte preponderante di questa -
alcuni dirigenti della seconda mozione resteranno nel
partito, <almeno per ora> come dichiara l'ex vicepresidente
del Senato, il viareggino Milziade Caprili.
La forma scelta dal quotidiano di via Bargoni è quella,
come scrive M.Ba. (Matteo Bartocci) che ha curato questa
inchiesta, del forum a distanza con cinque interviste ad
altrettanti noti esponenti rifondaroli: Giovanni Russo
Spena, Alberto Burgio, Milziade Caprili, Luigi Nieri e
Maria Luisa Boccia, i primi due della maggioranza, gli
altri tre vendoliani (ma soltanto Nieri se ne andrà).
Occorre sicuramente fare i complimenti al bravo redattore
del "quotidiano comunista" poiché, attraverso questa sua
inchiesta - svolta con l'aiuto di Sara Menafra - ha
contribuito in maniera decisiva alla comprensione di quanto
sta avvenendo all'interno del più grande partito riformista.
Per quanto ci concerne, concentriamo la nostra attenzione
su un passaggio dell'intervista a Russo Spena, perché ci
appare rivelatore di cosa intenda l'attuale maggioranza di
provenienza demoproletaria quando parla di continuare sulla
strada della rifondazione comunista; il politico siciliano
afferma che la scissione <è la sconfitta di chi ha tentato
di tenere insieme la critica del comunismo reale e dello
stalinismo con un orizzonte comunista inteso come movimento
anticapitalista non solo ideologico ma di trasformazione>.
Abbiamo sempre ritenuto l'ex capo dei senatori rifondaroli
una delle poche teste pensanti presenti nel suo partito, e
quindi crediamo che non sia casuale la scelta di criticare
il "comunismo reale" - nella realtà mai esistito, visto che
al più si poteva parlare dei Paesi dell'Europa dell'est
come di esperienze di "socialismo reale" - per poi arrivare
a preconizzare la trasformazione del suo partito da
sedicente comunista a "movimento anticapitalista" sulla
falsa riga di quanto avvenuto in Francia, dove la Ligue
Communiste Révolutionnaire - storico movimento trotzkista
da sempre vicino alla vecchia Democrazia Proletaria - ha
recentemente cambiato denominazione, assumendo quella di
Nouveau Parti Anticapitaliste, pur mantenendo la direzione
del postino Olivier Besançenot.
Saremmo curiosi di sapere cosa ne pensano i sedicenti
comunisti che sono ancora in Rifondazione!
Torino, 14 gennaio 2009
Stefano Ghio - Torino