ORDINANZE
"Liberazione" di domenica 1° novembre riporta - a pagina 4 - una breve di
venti righe dal titolo "Lotta ai lavavetri (ed ai giocolieri, n.d.r.). Alemanno
come Cioni. Roma dopo Firenze".
Messa così sembrerebbe che il titolista, e con esso il direttore Dino Greco,
siano stupiti della ordinanza del podestà della capitale, volta - sono parole
del sindaco fascista Gianni Alemanno - ad <ottenere migliore vivibilità per i
cittadini.
A parte la solita storia per la quale si fa passare per miglioramento della
vita dei cittadini una restrizione delle libertà individuali - nel quadro di
una sempre più decisa avanzata di un regime moderno fascista - ci domandiamo
perché mai si scandalizzino, i responsabili del fogliaccio rifondarolo, a
fronte di un tale provvedimento preso da un primo cittadino dichiaratamente
fascista: se l'assessore, sedicente democratico, alla Sicurezza del comune di
Firenze - tale Graziano Cioni - può permettersi di emanare per primo un
provvedimento del genere senza che nessuno nella sua Giunta protesti
formalmente (i componenti della nascente Federazione della sinistra
anticapitalista e di alternativa, in quell'occasione, si guardano bene dal dare
le dimissioni dal governo della città, preferendo aspettare che fosse il
podestà, Leonardo Domenici, a cacciarli) a maggior ragione se ne può sentire
autorizzato un viscido personaggio come il podestà della capitale.
Siamo alle solite: i falsi comunisti, per ogni iniziativa lodevole che
mettono in campo, ne sfornano almeno dieci di segno opposto.
Torino, 03 novembre 2009
Stefao Ghio - Torino