OPPORTUNISTI
"il manifesto" di mercoledì 29 ottobre contiene un
articolo, a pagina 7 a firma Alessandro Braga, secondo il
quale il Pdci sarebbe in procinto di uscire dalle Giunte
che sostengono Sergio Chiamparino, attuale sindaco di
Torino, e Filippo Penati, presidente della Provincia di
Milano.
Non conosciamo la natura dei dissensi col governatore
milanese, e quindi ci affidiamo a quanto scrive il
redattore del quotidiano di via Bargoni: gestione
autoritaria e continui strappi rispetto al programma
concordato sembrano essere le motivazioni dell'accaduto.
Per quel che concerne il caso di Torino, possiamo parlare
per conoscenza quasi diretta dei fatti - le pagine locali
di "Stampa" e "Repubblica" di sabato 25 ne hanno dato ampio
risalto - e questi sono incontrovertibili: sono ormai mesi
che il sindaco piddino cerca di liberarsi della falsa
sinistra istituzionale, segnatamente quella sedicente
comunista, per imbarcare nella propria maggioranza i
pretofili dell'Udc - partito che, all'epoca delle ultime
elezioni comunali, espresse il candidato sindaco della
destra radicale e fascista, il professore di filosofia
Rocco Buttiglione alias il ministro degli Esteri del
Vaticano, sconfitto con una umiliante percentuale del 29,6
per cento delle preferenze - e mostrare finalmente, e
liberamente, il suo vero volto di politico pretofilo e
servo dei poteri forti.
I fatti sono questi: in occasione del Dpef comunale il
Kiampy ha proposto uno scritto di programmazione che
avrebbe fatto invidia ad un sindaco fascista, il Pdci lo ha
discusso nel Comitato federale e ha chiesto al primo
cittadino un incontro, da effettuarsi entro il 7 novembre,
per discutere le modifiche da apportare al programma, prima
fra tutte il mantenimento del controllo pubblico delle
aziende ex municipalizzate.
Il novello podestà ha risposto con una sorta di "me ne
frego", esattamente <nel Dpef non cambia nulla>; a quel
punto la parte del Pdci costituita dai sudditi del Pd -
l'area che fa capo nazionalmente all'ex ministro Katia
Belillo e che qui ha come massimo referente il capogruppo
in Consiglio regionale Luca Robotti - si è schierata
immediatamente con le posizioni del primo cittadino con la
palese schifosa intenzione di salvare le poltrone: sia
l'assessore al Bilancio Gianguido Passoni, sia il
consigliere capogruppo Domenico Gallo, hanno dimostrato
ancora una volta la loro vera identità di opportunisti.
A questo punto resta da analizzare la posizione ufficiale
della maggioranza del Pdci che dimostra anch'essa la non
aderenza ai principi del comunismo, e specificamente di
quel marxismo-leninismo che loro chiamano erroneamente
stalinismo (categoria inventata della borghesia e dei suoi
lacché trotzkisti per screditare il marxismo-leninismo),
non prendendo in alcun modo posizione contro questi
personaggi - e contro i dirigenti della federazione che li
sostengono (il segretario provinciale Vincenzo Chieppa in
primis) - ed abdicando, per questa via, al sacro principio
del centralismo democratico, che hanno nel proprio statuto
ma evidentemente usano solo quando conviene loro (si veda
in proposito la vicenda della sezione "Karl Marx" del
quartiere del Lingotto, minacciata di commissariamento solo
perché alcuni giovani si sono presentati ad un presidio
indetto dai Carc, che ha visto la partecipazione anche di
Proletari Comunisti, per la non estradizione dei due
prigionieri politici turchi Avni Er e Zeynep Kilic).
Sarebbe bene, se fossero realmente comunisti e non solo
sedicenti tali, che ricordassero, e mettessero in pratica,
una massima di Vladimir Ilic Uljanov detto Lenin che
asseriva come <il Partito epurandosi si rafforza>.
Forse però sarebbe chiedere troppo.
Torino, 29 ottobre 2008
Stefano Ghio - Torino