NUOVE LEGGI ETNICHE

 

(redazionale la parentesi: PROPONIAMO la applicazione del termine ETNIA, ETNICO-A, ecc., in luogo di RAZZA, RASSISTA, ecc., in quanto NEGHIAMO l'esistenza di RAZZE diverse e quindi identifichiamo nella radice socio-storica dell'ETNIA, la "scusante" sciovinista del colonialismo, dell'imperialismo, e del nazifascismo che rivendica la differenza)

Nel 1938 il Gran Consiglio del fascismo promulgò quelle
che, a distanza di settanta anni, il nuovo leader dei suoi
eredi - tale Gianfranco Fini - definì una infamia: le leggi
razziali.
Ieri il presidente del Consiglio dei ministri della
Repubblica borghese nata dalla resistenza al nazifascismo,
ne resuscita lo spirito - in attesa di promulgarne una
nuova versione - annunciando che la destra radicale e
fascista attualmente al governo è diversa dalla sinistra e
che non è sua intenzione fare dell'Italia un Paese
multietnico; come dire: pura razza italiana altrimenti a
casa, non importa se siete o meno profughi da Stati dove è
in corso una guerra.
Vale la pena ricordare come le convenzioni internazionali
impongono l'accoglienza delle persone, che arrivano in un
Paese firmatario delle stesse, e chiedono che venga loro
riconosciuto lo status di rifugiato poiché provenienti da
zone di guerra: per la cronaca, l'Italia è firmataria di
tutte queste carte, quindi l'atteggiamento di Al Tappone e
dei suoi servi va contro le stesse leggi borghesi.
La replica a queste deliranti affermazioni viene affidata
allo Smilzo - al secolo il figlio di un partigiano
valsusino, Piero Fassino da Avigliana - il quale non trova
di meglio che rispondere, vedasi pagina 6 della "Stampa" di
domenica 10 maggio, <il problema non è aver paura
dell'immigrazione ma darsi delle politiche per gestirla...
(considero legittimo) ricondurre gli immigrati clandestini
al luogo dal quale sono partiti>; solo che l'esponente
della destra moderata si scorda di precisare che fine fanno
coloro che hanno i requisiti per chiedere asilo politico in
qualità di sfollati da zone di guerra.
Continua, da parte di tutti i partiti borghesi, l'opera di
demolizione della Repubblica nata dalla Resistenza: occorre
la mobilitazione più decisa, da parte di chi si ritiene un
continuatore delle idee che animavano gli eroi partigiani,
contro l'instaurazione del moderno fascismo.

Torino, 10 maggio 2009


Stefano Ghio - Torino