NO G8 UNIVERSITA' A TORINO: PARTE SECONDA

Era troppo bello
per essere vero: non poteva continuare la
tregua tra studenti e "forze dell'ordine"; dopo il corteo
di domenica, durante il quale non si sono verificati
incidenti, la destra radicale e fascista che governa
l'Italia ha deciso - forse in ricordo di quanto avvenuto al
G8 del 2001 a Genova, da loro diretto - di comandare ai
suoi sbirri di reprimere nel sangue le proteste
studentesche contro la riunione dei 41 rettori di 19
diversi Paesi in corso a Torino.
Già, perché un presidio di protesta civile - indetto per il
giorno dopo, alle ore 9:30 davanti al castello del
Valentino, dall'assemblea NO Tremonti - a cui partecipano
circa 150 compagni, si trasforma presto in pretesto,
per gli scherani del regime, per caricare gli studenti e
fare un po' di "macelleria messicana": il bilancio
ufficiale parla di tre feriti - ma si sa che spesso, per
paura di ritorsioni, i contusi preferiscono non andare
all'ospedale per farsi medicare - tra cui Eleonora Forenza
della segreteria nazionale di Rifondazione che si è
ritrovata con un gomito rotto, e dell'arresto di tre
compagni: due greci ed un italiano.
Non contenti, e non sazi per tanta violenza del tutto
gratuita, ripetono poi le loro "eroiche" gesta contro
un corteo studentensco non autorizzato diretto in centro;
tutto questo con il pretesto che - dalla massa degli
studenti - sarebbero partiti lanci di uova e di fumogeni
all'indirizzo delle "forze dell'ordine": conoscendo
l'attitudine con cui queste ultime si presentano a
fronteggiare le proteste, abbiamo la certezza che i
tafferugli siano stati provocati dall'atteggiamento
strafottente di qualche funzionario troppo zelante; di
certo sappiamo che il vicequestore è il tristemente famoso
Spartaco Mortola, colui che comandava la Digos di Genova
nel luglio del 2001, che di provocazioni se ne intende.
L'indomani mattina è convocato, alle ore 10:30 a Palazzo
Nuovo, l'ultimo corteo di questa tre giorni.
Al nostro arrivo in via Sant'Ottavio, sono le ore 10:00,
sono circa duemila i manifestanti presenti - per la maggior
parte ovviamente studenti dell'ateneo torinese, ma si
vedono chiaramente delegazioni provenienti da altre città
quali Napoli, Genova, Pisa, Palermo, Lecce - unitamente a
realtà sindacali e politiche cittadine tra le quali: le Rsu
dell'Università; i precari dell'Università; la Cub
dell'Università; il circolo piemontese di Proletari
Comunisti; il Collettivo Comunista Piemontese di Torino e
il Collettivo Stella Rossa di Biella uniti dietro lo
striscione "Le bombe e le riforme son le armi del padrone.
La nostra sola arma è la rivoluzione"; la Fai;
Rifondazione; il Pdci e la Fgci di Torino, quest'ultima con
il suo striscione, unica forza ufficialmente presente con
le proprie insegne.

Sempre per non infastidire lorsignori con la presenza di
contestatori, e con il pretesto di attendere l'arrivo della
delegazione milanese, al corteo viene data l'autorizzazione
a partire soltanto quando sono praticamente le ore 12:00;
questa manovra della questura dà un duplice risultato:
prendere i giovani per stanchezza - c'è un caldo feroce in
queste ore in città, siamo intorno ai trentacinque gradi
centigradi - e impedire che possano arrivare alla meta
prima che tutto il G8 sia, intorno alle ore 13:30,
terminato.
Non sappiamo quale sia il bilancio che gli studenti
trarranno da questa tre giorni: per quanto ci concerne ci
riteniamo soddisfatti dell'andamento delle proteste, che
hanno visto la presenza in piazza di migliaia di giovani,
tanti quanti non accadeva da anni di vedere.

Torino, 19 maggio 2009


Stefano Ghio - Torino