MISTIFICAZIONI
Venerdì 17 ottobre il direttore di "Liberazione", Piero
Sansonetti, scrive una lettera-articolo sul giornale da lui
diretto intitolata: "Caro Prc, andiamo oltre", con un
occhiello che recita: "Restare fermi a difendere quel che è
rimasto di se stessi è inutile e suicida".
Il responsabile del quotidiano rifondarolo scrive - per la
seconda volta in un anno - che occorre andare oltre
l'esperienza di Rifondazione, e lo fa per polemizzare con
uno scritto del responsabile del dipartimento
Organizzazione, il reggiano Claudio Grassi, che qualche
giorno prima aveva affermato, dalle colonne dello stesso
quotidiano di via del Policlinico, come la manifestazione
del 11 ottobre a Roma avesse reso ben palese che <la
sinistra italiana si regge in larga misura sul ruolo e
sull'iniziativa dei comunisti... quel lungo corteo va preso
molto sul serio... accantonando una volta per tutte la
velleità controproducente, irragionevole, dello "andare
oltre" e del costruire una "sinistra senza aggettivi">.
Premesso che personalmente siamo in totale sintonia con
quanto espresso dall'ex parlamentare emiliano, quello che
ci fa specie è l'atteggiamento dell'ex direttore
de "L'Unità" - ai suoi tempi organo del Pds - il quale
volutamente travisa le parole del portavoce di Essere
Comunisti e risponde: <se non voglio più andare oltre, se
rinuncio all'obiettivo della trasformazione - per come vedo
io le cose - è come se rinunciassi all'orizzonte, e quindi
alla possibilità di crescere, di vincere, persino di
combattere>.
Queste frase lascia intendere, ad un lettore poco attento
alle questioni politiche, che sia Grassi a rinunciare a
combattere per l'orizzonte - che Sansonetti non specifica,
ma si suppone si tratti del socialismo - mentre lui, che
dichiara di non essere più comunista da anni, vuole andare
sì oltre, ma nel senso opposto rispetto a quello che lascia
intendere, verso l'abbandono di qualunque riferimento,
anche vago, ad un orizzonte socialista.
A questo punto riteniamo doveroso sgomberare il campo da
ogni possibile fraintendimento: noi siamo assolutamente
convinti che Rifondazione non sia mai stato, e mai lo
diventerà, un vero partito comunista, essendo votato alla
semplice gestione - magari con poche correzioni di tipo
socialdemocratico - del sistema politico-economico vigente.
Anche chi parla a vanvera di ruolo ed iniziativa dei
sedicenti comunisti sa bene di dire falsità per continuare
ad ingannare il blocco sociale di riferimento, ossia coloro
che li votano pensando di rafforzare realmente un partito
comunista: il nostro compito attuale è la denuncia
reiterata di queste mistificazioni della realtà.
Torino, 21 ottobre 2008
Stefano Ghio - Torino