MA QUALE CAMBIO
Quando il signor Barack Hussein Obama fu eletto presidente
del Paese degli yanqui, molta della falsa sinistra
istituzionale esultò asserendo che sarebbe cambiato tutto
rispetto agli interminabili otto anni di regno di Giorgio
Camminatore Macchia, e che quella yanqui sarebbe tornata ad
essere la democrazia capofila della pace mondiale.
In tempi non sospetti scrivemmo che tutto questo bailamme
attorno al nuovo presidente yanqui non aveva alcuna ragione
di essere, poiché eravamo più che certi che per i popoli
del mondo nulla sarebbe cambiato.
All'epoca passammo per i soliti estremisti comunisti anti-
yanqui, ma oggi - alla luce di quanto riportato dai
giornali borghesi e reazionari domenica 1° febbraio -
abbiamo la prova della giustezza della nostra analisi.
"La Stampa", quotidiano reazionario torinese, a pagina 13
titola: "Obama: sì alle prigioni della Cia"; sì, proprio
quelle strutture che, per chi non lo ricordasse, sono
teatro di detenzioni illegali - accompagnate da torture
fisiche e psicologiche continue - dove vengono rinchiusi
presunti terroristi e nemici degli yanqui dopo un rapimento
in giro per il mondo, spesso neanche concordato con i
governi dei paesi sudditi che permettono un vergognoso
abuso alla faccia della democrazia.
Quest'ultimo non è certamente il caso di Abu Omar, il
predicatore della moschea di viale Jenner a Milano
prelevato in una operazione congiunta dei servizi segreti
italiani e yanqui (secondo quanto vantato dal Nano di
Arcore, allora - come oggi - presidente del Consiglio dei
ministri).
Suona poi ridicola la rassicurazione che lo stesso
quotidiano piemontese mette in evidenza, forse per 'salvare
la faccia' alla nuova amministrazione yanqui: "saranno
possibili però solo detenzioni brevi e non sarà tollerato
nessun caso di tortura"; peccato solo che nessuno si periti
di spiegare quali sarebbero i termini 'brevi' della
detenzione, peraltro assolutamente illegale, e tanto meno
si faccia alcun cenno a cosa potrebbe accadere agli
eventuali responsabili di casi di tortura.
Considerato che l'unico ministro nominato da Macchia Nera
che è rimasto nel gabinetto Obama è Robert Gates alla
Difesa, quindi il responsabile di queste attività illegali,
ci domandiamo con quale coraggio si possa parlare della
nuova amministrazione yanqui come di un coraggioso cambio
radicale rispetto al passato: per chi non ha le fette di
prosciutto sugli occhi non può che essere evidente la
totale continuità tra le politiche di Bush e quelle di
Obama.
Torino, 01 febbraio 2009
Stefano Ghio - Torino