LOGHI E NON SOLO
Sabato 28 marzo è stao presentato il simbolo con il quale
la vera falsa sinistra istituzionale si presenterà alle
prossima elezioni europee - quella di Sl non riusciamo
nemmeno a definirla una accozzaglia di falsa sinistra,
tutt'al più di sinistri personaggi che presentano una sorta
di 'lista civetta' per togliere consensi a Rifondazione dei
Comunisti Italiani (Rci - così da ora in poi chiameremo
quel cartello che unisce Rifondazione, Pdci, Socialismo
2000 e Consumatori Uniti) e favorire nel contempo il
partito sedicente democratico.
"Liberazione" del giorno successivo si occupa dell'evento a
pagina 7, affidando una cronaca dettagliata della giornata
al bravo redattore toscano Checchino Antonini.
Si registrano tutti commenti entusiasti da parte dei
responsabili dei quattro soggetti riuniti in questa lista -
Paolo Ferrero, Oliviero Diliberto, Cesare Salvi e Bruno De
Vita - con qualche rammarico per come sia finita la
trattativa con i trotzkisti di Sc; visto il simbolo
presentato, ci chiediamo con maggiore insistenza cosa
pretendesse quel pessimo personaggio che risponde al nome
di Salvatore Cannavò quando invocava - come 'conditio sine
qua non' per l'accordo - elementi di discontinuità, a
partire dal simbolo, rispetto al recente passato.
Appare evidente un ritorno a qualcosa di molto simile al
vecchio logo del Pci revisionista, magari non molto
apprezzato (per usare un eufemismo) dai trotzkisti di ogni
risma - che lo identificano con l'odiato "stalinismo",
salvo poi comunque riprendere la falce e martello nel
tentativo di raggranellare voti - ma certamente il più
indicato per rappresentare graficamente l'unione dei vari
revisionisti togliattiani e similari.
Infine, ci stupisce come lo stesso quotidiano di via del
Policlinico, nell'edizione di martedì 31 marzo, dedichi le
quattro pagine centrali ad un inserto dal titolo "Il
programma del Prc per le elezioni provinciali e comunali
del 6-7 giugno"; ci chiediamo dove risieda la tanto
invocata - dal segretario rifondarolo - ripartenza dal
basso a sinistra, se persino per le elezioni locali è il
centro ad imporre il programma: a nostro parere dovrebbero
essere le federazioni locali ad occuparsi di questa
incombenza.
Ma forse il valdese di Pomaretto crede che i politicanti
periferici del suo partito siano tutti degli incapaci,
buoni solo a seguire le direttive centrali; se così fosse
ci sentiremmo in dovere di solidarizzare con lui: forse non
sono tutti degli inetti, ma noi ne conosciamo parecchi che
sono proprio così.
Torino, 31 marzo 2009
Stefano Ghio - Torino