LETTERA APERTA AI CATTOLICI
Da martedì 3 febbraio Eluana Englaro, la ragazza
tristemente famosa per essere - dal 18 gennaio 1992 - in
stato di incoscienza e mantenuta in vita da delle macchine
che le permettono di respirare e di essere nutrita, si
trova nella clinica "La Quiete" di Udine, dove è stata
trasferita dalla clinica "Talamoni" di Lecco, per
permetterle di morire in pace, senza più alcun tipo di
accanimento terapeutico da parte dei medici.
Gli ecclesiastici, ed i loro servi laici pretofili (è bene
tenere presente che il termine laico indica colei/lui che
non è né un prete, né un frate, né una suora: quindi
chiunque non sia un ecclesiastico è un laico, non solo gli
atei e gli agnostici, ma anche i più ferventi credenti non
ordinati), starnazzano che si tratterebbe di eutanasia, che
soltanto dio può togliere la vita, ed altre insulsaggini
del genere.
Non è certamente questa la sede per discettare
sull'esistenza o meno di un dio, quello che ci preme
esternare è che, a nostro avviso, non si tratta affatto di
un atto di eutanasia, ma semmai della sospensione - dopo 17
anni di inutile tentativi di risvegliare la sfortunata
ragazza - di un accanimento terapeutico che è contrario
persino, a ben vedere, a quanto asserisce la chiesa
cristiana-cattolica-apostolica-romana.
Infatti, se è vero - come sostengono i rappresentanti di
questa comunità (chiesa deriva dal termine greco ecclesia
che significa appunto comunità) - che esiste un dio le cui
leggi vanno rispettate da tutti, quando tra tre giorni i
medici staccheranno il sondino della alimentazione forzata
egli farà risvegliare Eluana per permetterle di alimentarsi
normalmente; appare altamente improbabile che ciò possa
accadere, ma se anche questo avvenisse ci domandiamo quale
razza si "essere infinitamente buono e degno di essere
amato sopra ogni cosa" (definizione del catechismo della
dottrina cristiana-cattolica-apostolica-romana) potrebbe
mai permettere 17 anni di atroci sofferenze come quelle
inflitte alla povera Eluana.
Ci sembra di poter dire che, qualunque sia il triste
epilogo della vicenda, coloro che più ci rimetteranno
saranno proprio i sedicenti rappresentanti di dio in Terra,
sempre più screditati agli occhi di chi non sia totalmente
accecato dal furore pretofilo.
Torino, 04 febbraio 2009
Stefano Ghio - Torino