LADRONE RIABILITATO
Quasi undici anni fa, esattamente il 19 gennaio 1999,
moriva di diabete ad Hammamet - in Tunisia - il più grande ladrone della
politica italiana, certificato dalla magistratura: il segretario del Partito
socialista italiano degenerato Benedetto “Bettino” Craxi.
Questo losco
personaggio, i cui seguaci politici albergano per lo più nel sedicente popolo
delle libertà, fuggì in Africa - diventando quindi latitante - per sfuggire ai
secoli di galera che, ben meritatamente, avrebbe dovuto scontare per tutte le
sue ruberie (i cui proventi finiranno, negli anni successivi, nelle casse del
Padrino di Arcore).
Notizia di questi giorni è che, in occasione del prossimo
anniversario della sua morte, il presidente della Repubblica, Giorgio “Morfeo”
Napoletano, ne ricorderà e santificherà la figura - in una cerimonia al Senato
della Repubblica che vedrà presenti anche i figli del ladrone in questione,
Stefania e Bobo.
Sono anni che è in corso la riabilitazione di questo ignobile
essere: ora tocca a chi ne ha sempre combattuto, per amore o per forza essendo
parte (seppur nella cricca dei miglioristi, la destra della destra) del partito
revisionista, le idee ultrareazionarie - è stato Craxi ad azzerare il
meccanismo di indicizzazione dei salari, la cosiddetta scala mobile, aprendo
per primo la strada al revanscismo padronale che attualmente si concretizza nel
precariato a vita per i giovani – osannarlo come un martire, ad uso e consumo
della politica odierna, e di Al Pappone in particolare; solo che, così facendo,
legittima il latrocinio di Stato.
Torino, 23 dicembre 2009
Stefano Ghio -
Torino