LA DISFIDA INFINITA

Da un po' di tempo a Torino si sta svolgendo una strana tenzone
agonistica: quella che riguarda il podestà sedicente democratico, Sergio Kiamparino, ed
i ragazzi che abitano le case occupate.
Il primo cittadino è impegnato nella battaglia per chiudere - come
richiesto a gran voce dalla destra radicale e fascista dopo che i compagni, in più
occasioni, hanno "massaggiato", neppure tanto energicamente, la faccia a
qualche legaiolo troppo incivile - i centri sociali e le case occupate
(naturalmente gli edifici abitati da autonomi ed anarchici, mica i covi
della destra nazifascista, rappresentata da Casapound) per "restituire gli spazi
alla città"; nella realtà questo avviene solo ed esclusivamente per motivi
politici, poiché in nessun caso allo sgombero è seguita la assegnazione dei locali a
qualcuno, e quindi essi sono luoghi chiusi ed abbandonati al degrado.
Per fortuna il progetto di questo autentico fascista travestito sta
incontrando la resistenza degli occupanti, che rispondono ad uno sgombero
con la immediata occupazione di un altro spazio: è accaduto così che allo
sgombero della ex caserma dei vigili di corso Chieri 19 - ribattezzata Velena Squat -
si sia reagito occupando l'area della ex Facit di corso Vercelli 32 -
diventata Lostile - e allo sgombero di questa abbia fatto immediatamente seguito la
appropriazione dei locali della ex facoltà di Economia e commercio di
piazza Arbarello 8; infine, alla evacuazione forzata di questa, si è provveduto
ad occupare una palazzina di via Zandonai angolo corso Taranto, diventata Ca'
Neira - Casa Nera in dialetto torinese.
Si rassegnino, il Kiampy e gli altri fascisti come lui: ribellarsi è
giusto, e non piegheranno mai la resistenza dei giovani che non hanno alcuna
intenzione di essere inquadrati come novelli giovani balilla.

Torino, 09 dicembre 2009


Stefano Ghio - Torino