IPOCRITA
"Il lupo perde il pelo ma non il vizio" recita un antico
proverbio: gli yanqui cambiano il presidente ma la
politica estera resta sempre la stessa, chiunque sia il
comandante in capo della maggiore potenza imperialista
mondiale.
E' di domenica 28 giugno la notizia che, in Honduras, il
legittimo presidente - Manuel Zelaya Rosales - è stato
deposto dai militari su ordine della Corte suprema che non
ha gradito il referendum in atto per la rielezione del
presidente senza più un limite di mandati.
Barack Hussein Obama, ipocritamente, ha condannato questo
colpo di Stato, invitando gli honduregni a <rispettare la
democrazia>: peccato che diversi indizi portino a credere
che dietro questo ennesimo colpo di mano in America latina
ci siano i soliti noti, gli agenti segreti della Cia
infiltrati nelle massime cariche del Paese latino
americano; occorre ricordare, infatti, che Rosales è amico
del presidente venezuelano Hugo Chàvez Frìas, il nemico
giurato numero due - dopo i compagni del Partito Comunista
del Peru - degli imperialisti yanqui nel continente che
loro considerano "il giardino di casa".
Siccome Chàvez non è uno sprovveduto, ha capito benissimo
che questa manovra è rivolta contro di lui: egli teme che
il peggior Stato terrorista al mondo possa volere, a breve,
invadere il suolo venezuelano per sostituirlo con un
governo fantoccio nelle mani degli yanqui, e per questo
motivo mobilita l'esercito: l'obiettivo degli yanqui è, ça
va sans dire, il petrolio che abbonda al largo delle coste
venezuelane.
Ovviamente i quotidiani reazionari italiani - come sempre
del resto - fanno a gara a chi è il miglior tirapiedi degli
yanqui, spargendo con maggior convinzione le veline dei
loro padroni: lo dimostra il fatto che, in una
giornata con
una notizia drammatica come questa, aprano tutti - ad
esclusione del "Corsera" - sull'arresto di otto funzionari
dell'ambasciata britannica a Teheran, regalando a questa
notizia secondaria anche le prime pagine interne.
Torino, 29 giugno 2009
Stefano Ghio - Torino