INSOLAZIONI

Forse è la calura africana di questi giorni a far
straparlare i politici o forse no: fatto sta che sui
quotidiani di mercoledì 24 giugno se ne leggono di tutti i
colori; noi ci limitiamo a commentare quanto scrivono
quelli sedicenti comunisti, ci pare che possa bastare.
Cominciamo dalla vera notizia bomba della giornata;
secondo "Liberazione" il Pdci avrebbe espulso ieri il
Pelato, al secolo Marco Rizzo, per aver leso gravemente
l'immagine del partito e del segretario: in sostanza all'ex
europarlamentare torinese viene contestato il fatto di aver
dichiarato che, durante la campagna elettorale, Oliviero
Diliberto si è sempre fatto vedere in compagnia di un noto
massone.
Forse sarà dietrologia, ma ora capiamo meglio il perché
dell'assemblea di Roma di domenica, organizzata
dall'associazione Proletari@ legata a Rizzo.
Passando al "manifesto", le notizie interessanti sono due.
La prima è l'evidente colpo di sole che ha subito l'ex
presidente della provincia di Milano - il democristiano
Filippo Penati - che, all'indomani della sconfitta
rimediata contro Guido Podestà (nomen omen), dichiara, con
sommo sprezzo del ridicolo: <non ho avuto neanche per un
secondo il dubbio che se mi fossi alleato con loro (la
falsa sinistra, n.d.r.) sarebbe andata meglio>; ci sembra
che non possa esserci commento migliore di quello di
Alessandro Braga, il bravo redattore che firma
l'articolo: "il risultato è sotto gli occhi di tutti".
La seconda è la piroetta del segretario rifondarolo il
quale, dopo la batosta alle elezioni europee ed a pochi
giorni dalla sua dichiarazione di voler continuare nella
costruzione di una sedicente sinistra di alternativa sulla
base dell'esperienza del cartello Rci, apre le porte
all'alleanza con il partito sedicente democratico in
occasione delle prossime regionali del 2010; ecco cosa
farnetica il nativo di Pomaretto: <è necessaria una forte
riqualificazione delle amministrazioni dove centrosinistra
e sinistra governano assieme, a partire dai governi
regionali... al primo punto delle giunte regionali e locali
venga messa la lotta contro la crisi economica, il che però
significa anche dire no a ogni idea di accordo con l'Udc>.
Peccato che i sedicenti democratici abbiano già da tempo
scelto l'alleanza con l'Udc, escludendo la falsa sinistra
istituzionale: Ferrero ha forse paura di essere escluso
anche dalle regioni - magari con una legge ad hoc,
naturalmente bipartisan, a qualche mese dalle elezioni - e
quindi va con il cappello in mano dai democristiani a
mendicare accordi purché siano?

Torino, 24 giugno 2009


Stefano Ghio - Torino