INSIDIE
Stefano Ceccanti è un senatore del partito sedicente
democratico; lo stesso è anche uno degli estensori dello
statuto del medesimo gruppo politico, ed in questa qualità
viene intervistato da Daniela Preziosi - per "il
manifesto"
che ne pubblica il resoconto a pagina 5 dell'edizione di
martedì 14 luglio - in merito alla vicenda della tessera
rifiutata al noto comico genovese Beppe Grillo.
Lo schifoso personaggio politico si esercita, per tutta la
durata dell'intervista, in acrobazie dialettiche volte a
giustificare quanto accaduto, ma finisce con il rendersi
oltremodo ridicolo.
Infatti, il senatore non vuole correre il rischio che, se
venisse iscritto Grillo e questi diventasse segretario
del
partito, possa avvenire un repulisti dei peggiori elementi
dalle liste, escludendo da queste i pregiudicati - il che
vorrebbe semplicemente dire mandare a casa la maggioranza
degli eletti nelle istituzioni - e sollevando una questione
morale che in questi ultimi giorni è sotto gli occhi di
tutti.
Questa è la verità sul perché i sedicenti democratici non
vogliono Grillo iscritto al proprio partito, non certo
perché <ha una lista concorrente>, come si affanna a
giustificare il Ceccanti; altrimenti non si spiega
perché
Grillo no, ma Vendola, i socialisti ed i Radicali sì.
Il partito sedicente democratico non vuole teste pensanti
tra i propri iscritti, ma soltanto portatori d'acqua per i
notabili, siano essi Don Dario Franceschini, Baffetto da
Gallipoli, Pane e Cicorie, l'agente della Cia Icare, o chi
per loro: l'importante è, per questi loschi figuri, che
nessuno tenti di insidiare la loro leadership.
Torino, 14 luglio 2009
Stefano Ghio - Torino