INDICIBILE SARA' LUI
"La Stampa" di sabato 4 ottobre riporta, a pagina 12, una
dichiarazione dell'(in)Fausto che rivela - una volta di più
e se ce ne fosse mai stato bisogno - l'anticomunismo
viscerale di questo personaggio; una volta Armando
Cossutta, dopo la scissione del 1998, con l'intento di
denigrarlo giunse a dire una cosa sacrosanta: l'elegantone
<non è mai stato un comunista> - ed ancora adesso ci
domandiamo perché allora il vecchio filo-moscovita lo
chiamò nel suo partito per farne il segretario - ed ora,
dalle pagine del libro di Bruno Vespa "Viaggio in un'Italia
diversa", esce finalmente fuori tutta la vera essenza del
pensiero dell'uomo perennemente vestito di cachemire.
Vale la pena trascrivere integralmente il concetto espresso
dall'(in)Fausto: <Comunismo è una parola indicibile. Se
fermi qualcuno per strada e gli dici: io sono comunista,
quello non ti capisce>.
E' pur vero che l'ex segretario rifondarolo usa questa
frase con l'intento di attaccare la svolta identitaria del
suo successore, e per perorare una volta ancora la sua
causa di demolizione di tutto ciò che resta della falsa
sinistra sedicente comunista, ma per parte nostra
assicuriamo l'uomo dalla evve moscia che la parola
comunismo non soltanto non può essere definita indicibile,
ma deve essere rimessa al centro dell'attività politica
perché "uno spettro si aggira ancora per l'Europa",
nonostante i tentativi di esorcizzarlo da parte di
revisionisti, trotzkisti, socialdemocratici e rinnegati
vari: il comunismo rappresenta l'ineluttabile futuro della
società e noi marxisti-leninisti lavoriamo alacremente
perché questo traguardo si avvicini ogni giorno di più.
Torino, 04 ottobre 2008
Stefano Ghio - Torino