IMPUNITA' PARLAMENTARE
I quotidiani reazionari italiani da mesi ci stanno
ammorbando con le loro campagne di stampo fascista: prima la demonizzazione di
tutti quei Paesi che non piegano la testa davanti all'imperialismo yanqui, poi
la riabilitazione del Ladrone numero uno della politica italiana - Benedetto
"Bettino" Craxi - ora l'immunità parlamentare.
Un paio di mesi fa la Corte
costituzionale sentenziò l'illegalità del Lodo Alfano perché ledeva il
principio costituzionale della parità di tutti i cittadini davanti alla legge;
ora una proposta di legge, firmata dal senatore fascista Luigi Compagna e dalla
senatrice sedicente democratica Franca Chiaromonte, va nella direzione di
reintrodurre l'impunità parlamentare (sì, lo sappiamo che si chiama immunità,
ma così suona meglio ed è più aderente alla realtà).
La senatrice in questione,
figlia di quel Gerardo che - come dice lei - era esponente dell'estrema destra
del partito revisionista, così come Emanuele Macaluso e l'attuale presidente
della Repubblica, si vanta persino di non aver mai votato a favore di una
richiesta di autorizzazione a procedere perché pensa che <i parlamentari vadano
garantiti nel loro lavoro> (vedasi "La Stampa" di venerdì 8 gennaio, pagina 8,
articolo a firma Riccardo Barenghi).
Noi siamo per la posizione esattamente
uguale e contraria: non deve essere inoltrata alcuna autorizzazione a
procedere, il parlamentare deve essere perseguito esattamente come un comune
cittadino; inoltre, in considerazione della carica che detiene, deve essere
obbligato ad immediate dimissioni automatiche, che non devono passare al vaglio
delle Camere per essere accettate, o come spesso avviene, vergognosamente
respinte.
Torino, 08 gennaio 2009
Stefano Ghio - Torino