IMPUNITA'

Soldati? Carne da macello, anche in tempi di relativa pace come questi.

Notizia di domenica 21 febbraio - noi la riprendiamo dalla "Stampa", pagina 20, articolo a firma Grazia Longo - è che sono in discussione, al Senato, il d.l. n. 1 del 1° gennaio 2010 ed il d.d.l. n. 1167-B; gli effetti che scaturirebbero da una loro approvazione sarebbero devastanti: a fronte di oltre 400 marinai deceduti per mesotelioma pleurico, si avrebbe la esclusione della "punibilità delle linee di comando per la contaminazione durante l'espletamento delle attività militari".

Questo significa semplicemente: impunità per generali ed ammiragli rispetto alle accuse di "omicidio colposo" (sette rinvii a giudizio a Padova) e "disastro colposo" (sei rinvii a giudizio a Torino).

Si tratta dell'ennesimo infame provvedimento della compagine governativa: dà il senso di quanto i politicanti di ogni schieramento siano interessati alla salute sui luoghi di lavoro, se questa non riguarda loro o comunque qualcuno vicino a loro - è noto come le nomine dei più alti gradi dell'esercito siano tutte politiche.

Le due leggi in discussione fanno riferimento al d.lgs. del 9 aprile 2008 - ultimi giorni del governo del Mortadella - che recita come "non sia punibile a titolo di colpa per violazione di disposizioni in materia di tutela dell'ambiente e di tutela della salute e della sicurezza dei luoghi di lavoro per fatti commessi nell'espletamento del servizio connesso ad attività operative o addestrative svolte nel corso di missioni internazionali, il militare dal quale non poteva esigersi un comportamento diverso da quello tenuto, avuto riguardo alle competenze, ai poteri e ai mezzi di cui disponeva in relazione ai compiti affidatigli".

Ci piacerebbe capire quali siano i reali poteri dei generali ed ammiragli, se da loro non si può esigere un comportamento diverso da quello tenuto: non sono forse loro a comandare le truppe?

Torino, 21 febbraio 2010

Stefano Ghio - Torino