IL SINISTRO A PAROLE

Nella scorsa primavera era il sindaco più amato dagli
italiani - il 71 per cento degli intervistati si dichiarava
soddisfatto del suo operato - poco tempo fa è crollato
miseramente al quarto posto, e adesso comincia a far vedere
il suo vero volto di fascista travestito da sedicente
democratico.
Stiamo parlando del primo cittadino di Torino, il novello
podestà Sergio Kiamparino.
In quest'ultimo periodo sta gettando la maschera: prima,
per far cassa, mette sul mercato - a disposizione degli
speculatori cittadini - alcune aree verdi della città,
adesso prende posizione contro il Pdci reo di aver dato per
acquisiti, propagandando per giunta attraverso dei
manifesti la presunta vittoria, dei risultati che per il
Kiampy sono sì obiettivi ampiamente raggiunti, ma nel senso
opposto a quanto asserito sui tabelloni.
I manifesti, infatti, recitano: "chiamparino fa un passo
indietro: i Comunisti Italiani vincono la battaglia sul
mantenimento in mani pubbliche del servizio idrico, delle
ex-municipalizzate, della assistenza agli anziani e
bloccando l'introduzione del ticket di ingresso in città";
dal canto suo il sedicente democratico risponde: <non sono
un pagliaccio, se il loro problema è prendere le distanze
da me escano pure dalla maggioranza>.
Questo atteggiamento del novello podestà denota due cose
fondamentali: la prima è che il suo impegno a discutere i
contenuti di cui è oggetto il contestato manifesto era
soltanto una bufala - come peraltro si era già capito
quando, alla richiesta da parte della segreteria
provinciale del Pdci di una verifica della maggioranza,
aveva risposto "facciamola pure, ma intanto nel Dpef non
cambia nulla" (come dire "me ne frego del Pdci, visto che
ho una ampia maggioranza di 36 consiglieri su 50 e loro ne
hanno uno solo") - e il secondo è che questo sigonre dà per
acquisito il fatto che, comunque, il consigliere Domenico
Gallo e l'assessore al Bilancio, Gianguido Passoni, non
seguiranno le indicazioni del proprio partito e resteranno
con lui.
In questa direzione va sicuramente un episodio capitato la
sera di mercoledì 19 novembre, alla sala Pasquale Cavaliere
di via Palazzo di Città 14, durante un seminario
organizzato da Rifondazione proprio su questi temi: nel
corso del proprio intervento Gallo, dopo aver asserito che
su questi temi occorre ridare la parola ai lavoratori (per
poi 'intortarli' e far loro ingoiare le privatizzazioni,
aggiungiamo noi), ha sorvolato su come si sarebbe
comportato nel caso il Kiampy avesse messo ai voti -
ipotesi che pare essere scongiurata - il Dpef che contiene
questi provvedimenti; a questo punto si è attirato le
critiche della ex consigliera comunale Mariangela Rosolen
(attualmente membro della associazione Uniti a Sinistra) -
di cui lui ha preso il posto operando in maniera poco
trasparente, contro le stesse indicazioni della segreteria
provinciale - che gli ha rinfacciato pubblicamente, anche
se velatamente, il suo opportunismo, tanto che il Gallo ha
risposto, evidentemente seccato, che il suo discorso non
gli appariva tanto di destra.
Come al solito: sinistri a parole, destri nei comportamenti.

Torino, 21 novembre 2008


Stefano Ghio - Torino