GIOCHI DI POTERE
Il numero 22 del 30 maggio del settimanale "Left" riporta,
da pagina 28 a pagina 30, una lunga intervista di Luca
Bonaccorsi al nuovo coordinatore nazionale di Sd, Claudio
Fava.
Il capo dei rinnegati inanella una serie di perle che, a
ben guardare, sembrano prefigurare un tentativo - neppure
troppo velato - di assicurarsi la perpetuazione di ruoli di
potere comunque finisca il suo abbraccio con i rifondaroli.
Il giornalista siciliano, figlio a sua volta di un
giornalista ucciso dalla mafia, rilancia una <costituente
di sinistra (in pratica la vecchia Sarc, n.d.r.) per
ripensare forme e contenuti della politica, anche
prescindendo dai simboli, per incontrare il paese reale>.
Forse lo scribacchino non si rende conto della realtà delle
cose, in un Paese come l'Italia: senza simboli identitari
c'è solo il tracollo, come sperimentato alle scorse
elezioni con la presentazione della lista con l'arcobaleno;
pensiamo che giovi ricordare come, peraltro, questo sia
avvenuto proprio dietro le continue pressioni del gruppo di
rinnegati allora facenti capo al ministro Fabio Mussi, che -
pur definendosi orgogliosamente socialisti, dando quindi
vita alla scissione dal nascente Pd proprio per mantenere
in vita questo pensiero - aborrono con tutte le proprie
forze la falce e martello.
Ora questo signore dimostra di non aver capito niente delle
cause del terremoto elettorale che ha cancellato la falsa
sinistra dal parlamento, e ripropone lo stesso schema
bocciato sonoramente dagli elettori.
Più avanti spiega di essere <per la sua cultura e la sua
storia più vicino a Vendola che a Ferrero>, e non è certo
un caso che preferisca le posizioni del presidente della
regione Puglia che, in sostanza, propone lo scioglimento
del partito rifondarolo in una indistinta formazione
comprensiva di tutto (escluso il Pdci) ciò che sta a
sinistra della nuova formazione democristiana, il partito
sedicente democratico: nel caso Vendola dovesse vincere il
congresso, Fava potrebbe far aderire i suoi ad un soggetto
nuovo dove tutti abbiano pari dignità - annullando così le
differenze che esistono tra un partito che nel 2006 aveva
il 5,6 per cento dei voti ed una formazione che veniva
stimata, prima del 14 aprile scorso, allo 0,9 per cento dei
suffragi.
Operazione furbesca quella di Fava, ma purtroppo per lui
non è detto che riesca: se il congresso rifondarolo dovesse
eleggere segretario Paolo Ferrero, il rinnegato ed i suoi
accoliti rischierebbero di trovarsi stretti tra l'essere
subalterni a Rc-Se - che almeno per il momento, questa è la
tesi dell'ex ministro valdese, non si scioglierebbe ma
entrerebbe con tutto il suo peso nella nuova Sarc - oppure
rientrare nel Pd.
Non è un caso che, riferendosi all'agente della Cia Icare,
il pennivendolo prorompa in un <la logica dell'annessione è
una idiozia>: se proprio sarà costretto dagli eventi a
rientrare nel Pd, vuole farlo giocandosi le sue future
carte ad armi pari con Uolter l'Amerikano; è del tutto
evidente che, a questo personaggio, interessa solo il
prestigio e le posizioni di potere della propria formazione.
E se venisse scaricato da tutti?
Torino, 04 giugno 2008
Stefano Ghio - Torino