FASCISTI CON E SENZA MASCHERA

Sabato 24 ottobre, ore 15:00, piazza San Carlo - pieno centro di Torino; i fascisti di Casapound cercano di effettuare un volantinaggio per sostenere le proprie posizioni: un gruppo di compagni antifascisti si presenta all’appuntamento con l’intento di impedire la propaganda dei topi di fogna, ma vengono respinti - a suon di manganellate - dalle “forze dell’ordine”, come sempre schierati a difendere i novelli nipotini del Puzzone, verso la adiacente piazza Castello. Qui i compagni si imbattono in un gazebo legaiolo, dove si stanno raccogliendo le firme contro l’apertura - presso il Csoa Gabrio di via Revello 3, nel quartiere San Paolo - di un ambulatorio medico, destinato a chi avesse paura di recarsi in una struttura ospedaliera ufficiale: decidono di smontarlo, e nel parapiglia che ne segue un legaiolo viene ferito alla testa da, ironia della sorte, un manganello delle “forze dell’ordine” intervenute per difendere i legaioli stessi. Il giorno successivo, il segretario provinciale del Pdci - Mao Calliano - rilascia una dichiarazione, che sottoscrivo in pieno, nella quale esprime la sua «personale completa solidarietà agli antifascisti. Nessuna agibilità politica per i leghisti, che sono i nuovi fascisti. Dieci, cento, mille gazebo della Lega Nord distrutti». Subito si assiste da parte di tutti i partiti - Rifondazione compresa - alla corsa alla solidarietà con i legaioli per le «parole irresponsabili da parte del Pdci»; addirittura dal podestà Sergio Kiamparino giungono parole di disprezzo verso i falsi comunisti: «Ho smesso di preoccuparmi di loro da quando si sono estinti in consiglio. E sullo sgombero dei centri sociali sono d’accordo con Maroni». Il primo cittadino svela sempre di più la sua natura di fascista travestito, rispondendo con un lampante “me ne frego” al pensiero dell’esponente ex rizziano; d’altra parte ha dalla sua la forza dei numeri: l’anno scorso il Pdci, stanco di subire le prepotenze del Kiampy, in occasione dell’approvazione del documento programmatico per la seconda parte della legislatura ha deciso di ritirare il suo appoggio al podestà, ma i suoi rappresentanti al Palazzo Rosso (la sede del Comune) - il consigliere Domenico Gallo e l’assessore al Bilancio Gianguido Passoni - hanno scelto di stare con il podestà, operando la scissione che ha portato alla costituzione del gruppo consiliare del Gruppo Comunista - Torino. Sono solidale con i compagni antifascisti, che subiranno per questi fatti una notevole repressione, e con il segretario provinciale del Pdci che è fatto oggetto di un ignobile massacro mediatico.

Stefano Ghio - Torino

Torino, 26 ottobre 2009