LETTERA AL MANIFESTO - FASCISTI CAROGNE TORNATE NELLE FOGNE

Qualche tempo fa, un compagno che mi chiedeva: <ma perché ce l'hai tanto
con "il manifesto"?, rispondevo <perché gli voglio bene.
Lo confesso: voglio bene al 'quotidiano comunista', come ad un fratello
che mi ha sempre accompagnato nel corso della mia vita politica.
Spesso sono stato d'accordo con quanto scritto dall'UNICO quotidiano di
sinistra esistente in Italia - "l'Unità" non lo è più almeno dalla fine
degli anni sessanta, "Liberazione" semplicemente non è un quotidiano ma un
bollettino di partito - a volte mi sono ritrovato all'estremo opposto delle scelte
editoriali del collettivo di via Tomacelli 146, in particolare quando i
compagni hanno preso vistose sbandate per i Comunisti Unitari
(comprensibile, visto che del gruppo di Famiano Crucianelli facevano parte Lucio Magri e
Luciana Castellina, da sempre membri del collettivo) e per Sinistra e
Libertà.

Più volte sono stato tentato di inserire il 'quotidiano comunista' sulla
personale lista nera dei quotidiani da non leggere, ma ogni volta ho
pensato che si trattasse dell'unica voce fuori dal coro che restava in un mondo,
quello editoriale, dove tutti gli altri fanno a gara a chi è più di destra, e più
servo del potere.
Per questo trovo sconcertante la scelta dell'edizione di giovedì 12
novembre di pubblicare, a pagina 5, una nota dove si dà la solidarietà alla
ministronza della Gioventù Giorgia Meloni, con la scusa che si tratta di una donna.
La signorina in questione sarà anche una appartenente al genere femminile,
ma è anche e soprattutto una fascista - o una nazialleata se preferite - e
trovo assurdo dare la propria solidarietà ad un topo di fogna, seppure in
gonnella.
Inoltre, il motto "fascisti carogne tornate nelle fogne" non può e non deve
- soprattutto adesso che i nipotini del Puzzone sono al governo di questo
nostro disgraziatissimo Paese - essere accantonato, ma piuttosto va rilanciato
come parola d'ordine di tutta l'Italia democratica (intesa come chi si riconosce
nei valori fondanti della Costituzione borghese, non come chi aderisce al
partito sedicente democratico) e antifascista: tanto più da chi, a torto o a
ragione, si definisce comunista.

Torino, 12 novembre 2009


Stefano Ghio - Torino