FARABUTTI RINNEGATI
Il congresso di Chianciano Terme è terminato da un pezzo,
era il luglio 2008, i quadri dirigenti di Rifondazione
sono cambiati - e di molto, con Nichi Vendola ed i suoi che
per la maggior parte sono fuoriusciti dal partito - ma
a "Liberazione" continua ad annidarsi un folto gruppo di
rinnegati che sparano contro qualunque cosa "puzzi" di
comunismo, continuando a parlare di esso come di storia
fatta anche, <come indica proprio il caso di Stalin, di
mostri ed orrori>.
Ecco l'elenco dei pennivendoli rinnegati che firmano un
commento ferocemente anticomunista su "Liberazione" di
sabato 11 aprile 2008, a pagina 18: Checchino Antonini,
Angela azzaro, Anubi D'Avossa Lussurgiu, Stefano
Bocconetti, Guido Caldiron, Paolo Carotenuto, Simonetta
Cossu, Carla Cotti, Sabrina Deligia, Laura Eudati, Roberto
Farneti, Antonella Marrone, Martino Mazzonis, Andrea
Milluzzi, Frida Nacinovich, (la solita) Angela Nocioni,
Paolo Persichetti, Paola Pittei, Sandro Podda e Stefania
Podda.
Troviamo vergognoso che questi schifosi personaggi possano
permettersi di scrivere su un giornale sedicente comunista
frasi del tipo: <l'esistenza del negazionismo
sull'Olocausto non esime certo dal giudicare quello sui
crimini staliniani>, di fatto equiparando il nazismo al
marxismo-leninismo.
Ci chiediamo che cosa aspetti l'editore, che ricordiamo è
il Partito della Rifondazione Comunista, a licenziare per
giusta causa - un anticomunista non può scrivere su un
quotidiano realmente o sedicente tale, è decisamente
incompatibile - questa masnada di farabutti.
Certo, però, che se la 'voce del padrone' è quella del
direttore del giornale, Dino Greco, che il giorno dopo -
con il pretesto di rispondere ai redattori sopra citati -
si lancia anch'egli nella stigmatizzazione della dittatura
staliniana (forse pensa che i trotzkisti, da sempre agenti
dell'imperialismo all'interno del movimento operaio, si
potessero liquidare - invece che con durissime lotte - con
la condivisione del potere, che avrebbe certamente portato
al ritorno del capitalismo, come poi in effetti è accaduto
alla morte del magnifico georgiano) abbiamo veramente poche
speranze.
Stefano Ghio - Torino
Torino, 12 aprile 2009