FALSIFICAZIONI

La Stampa di sabato 28 novembre è il paradigma dell'informazione di stampo
fascista allo stato brado: in prima pagina, con richiamo all'interno, si
trova - infatti - un articolo di spalla di tale Anna Zafesova dal titolo
"Bandiera rossa fuorilegge in Polonia".
La scribacchina - evidentemente, come si evince facilmente dal cognome,
indegna progenie di qualche ignobile cosacco al servizio dello zar o di
qualche infame collaborazionista fuggito all'estero dopo la Grande guerra
patriottica - prende a pretesto una legge voluta dal nazista capo di Stato polacco, Lech
Kaczynski, per straparlare di "orrori del comunismo", per canzonare i
bielorussi che tuttora mantengono la gloriosa bandiera della Repubblica
sovietica e conservano la sigla Kgb per nominare i  loro servizi segreti, e
per gioire di questa vergognosa iniziativa, auspicandone la replica negli
altri
Paesi che facevano parte del Patto di Varsavia.
Per ristabilire un minimo di verità storica, rispetto a tutte le panzane
vomitate dal quotidiano reazionario torinese, pensiamo sia utile ricordare
che - all'epoca dell'invasione della Polonia da parte dell'esercito hitleriano -
il governo reazionario borghese polacco fuggì all'estero (a Londra per la
precisione) da dove assistette alla caduta del proprio Paese nelle mani
della bestia nazista, e successivamente alla sua liberazione da parte della
Armata Rossa sovietica; questo evento portò alla nascita della Repubblica Popolare
di Polonia, ed alla logica destituzione del governo reazionario in esilio,
sostituito da quello di Gomulka.
Da quel momento incessanti sono stati i messaggi anticomunisti lanciati
dai traditori fuggiti all'estero, che hanno completamente rovesciato la
storia, fino a far passare la strage di Katyn come un eccidio da parte dei
sovietici, quando la Storia insegna che furono i nazisti a compierlo; il fatto che i
sovietici non avessero mosso un dito per aiutare i "resistenti" polacchi -
che comunque, è bene ricordarlo, erano pur sempre dei reazionari antisovietici
- non può essere messo sullo stesso piano dell'eccidio nazista.
Infine, la Polonia è stata, per sua disgrazia, la patria di quello
schifoso essere ultrareazionario - amico dei peggiori macellai fascisti quali
Pinochet e Gotovina - Karol Vojtila: questi diventò papa nel 1978 con il nome di
Giovanni
Paolo II, a seguito del "provvidenziale" decesso (che si seppe dopo fu
causato da avvelenamento) del suo predecessore; fu chiaramente una scelta politica
delle gerarchie vaticane per destabilizzare il regime del generale Wojceck
Yaruzelwski.

L'intento della pretaglia riuscì benissimo, grazie anche all'intervento
dall'interno del Paese dell'agente della Cia Lech Walesa - che creò il
sindacato sedicente indipendente, in realtà al soldo dei servizi segreti
yanqui, Solidarnosc - successivamente caduto in disgrazia proprio per
occultare le responsabilità di preti e yanqui, che lo avevano comprato a suon di
zloty (la moneta polacca).
E' ora di dire basta alle falsificazioni della storia.


Torino, 28 novembre 2009
 

Stefano Ghio