1 marzo 2009
Egregio Signor
Presidente del Repubblica,
sappiamo che nei prossimi giorni Lei sarà in
visita ufficiale in Albania.
In questa occasione, vogliamo informarLa
del grave atto compiutosi, nei giorni scorsi, a Shkodra (Scutari), dove è stato
rimosso il monumento ai “Cinque Eroi di Vig” dello scultore Sh. Haderi,
spostandolo dal centro della città ad una zona periferica adiacente ad una
discarica.
Il famoso libro “Lettere dei
condannati a morte della Resistenza Europea”, sui cui insegnamenti si sono
formate intere generazioni di giovani, si apre proprio con la lettera dei
Partigiani albanesi “Eroi del popolo” Ndoc Deda, Ndoc Mazi, Naim Gjylbeku,
Hidajet Lezha, Ahmet Haxhia, caduti combattendo il 21 Agosto 1944 contro le
bande collaborazioniste dei nazisti. Ecco le loro parole:
«Cari compagni,
siamo circondati ed aspettiamo che, da un
momento all'altro, ci colpiscano i proiettili dei traditori, ma è meglio dare
la vita che conservarla tradendo la lotta che abbiamo iniziato. Abbiamo detto una volta per tutte “O libertà o morte”. Quindi,
compagni, proseguite con coraggio incrollabile la nostra opera dove noi la
lasciamo.
Compagni, dai monti della Mirdita vi mandiamo il nostro saluto
gridando tutti insieme “Morte al fascismo - Libertà al
popolo”»
La rimozione di questo simbolo della Resistenza, che ha indignato
l'opinione pubblica albanese, è stata compiuta dagli eredi dei
collaborazionisti responsabili dell'uccisione dei
cinque martiri di Vig, in dispregio dell'appello lanciato dall'Organizzazione
Nazionale dei Veterani della Lotta di Liberazione del Popolo Albanese ed in
violazione delle stesse leggi dello Stato Albanese.
Questo grave atto costituisce un affronto ed un'ingiuria
nei confronti non solo dei 28.000 caduti della Lotta di Liberazione
Nazionale contro il nazifascismo in Albania, ma anche nei confronti degli
ideali stessi della Resistenza che hanno accumunato i popoli europei e che sono
ancora oggi vivi e validi.
Questo grave atto costituisce anche un'offesa ed un insulto ai
partigiani italiani che hanno combattuto in Albania a fianco dei partigiani
albanesi nelle file del Brigata Gramsci, guidati
dall'eroica figura del Comandante Terzilio Cardinali, medaglia d'oro della
Resistenza, e si somma all'affronto con cui il suo nome è stato cancellato
dalla toponomastica della città di Peshkopje, nel cui distretto è eroicamente
caduto in combattimento l' 8 Luglio 1944.
Non solo, ma coloro che oggi hanno sfregiato il monumento dei
Cinque Eroi di Vig sono gli stessi che hanno tolto la
lapide ed il cippo partigiano in ricordo di Terzilio Cardinali, con un atto di
oltraggio anche nei confronti dello Stato Italiano che Lei andrà a
rappresentare in Albania.
Come Partigiani italiani, come cittadini italiani ed albanesi che
vivono in Italia, come familiari di Terzilio Cardinali e di Ahmet
Haxhia (Tigri) Le chiediamo, in occasione della sua prossima visita ufficiale
in Albania, di farsi interprete della comune indignazione nei confronti di
questi atti, portando un fiore (il fiore simbolico della sua Alta Parola, quale
rappresentate dello Stato e del Popolo Italiano) al Monumento dei Cinque Eroi
di Vig e al Cippo Partigiano in ricordo di Terzilio Cardinali.
Seguono firme