ESPULSIONE
Martedì 16 dicembre: "Liberazione", a pagina 2, intervista
Michele De Palma, ex Giovane comunista dei tempi della
segreteria dell'(in)Fausto - allora vi era, tra i giovani
virgulti, gente che ne ha fatta di strada: Gennaro
Migliore, Nicola Fratoianni, Niccolò Pecorini, lo stesso
protagonista del pezzo firmato a.mau. (supponiamo si tratti
di Angela Mauro), solo per citarne alcuni tra i più
conosciuti - che si autosospende da Rifondazione perché
<non posso più ritrovarmi nella comunità in cui sono
cresciuto se vedo che c'è gente che condivide lettere come
quella di Simone Oggionni (giovane dell'area Essere
Comunisti, n.d.r.) secondo cui la caduta del muro di
Berlino non va festeggiata... Quel crollo è stato
l'elemento di libertà per chi credeva nel cambiamento>.
Occorre dare a De Palma ciò che è suo, anche perché a noi
tenerlo farebbe un po' schifo; in tutti questi anni è
sempre rimasto fedele a se stesso ed alle ignobili idee
inculcate, a lui ed alla sua (de)generazione, dall'(in)
Fausto: il socialismo reale era tutto uno schifo, viva la
libertà.
Peccato che in questo modo si faccia il gioco dei padroni,
che come libertà riconoscono esclusivamente quella di
arricchirsi sulle spalle dei lavoratori, come ben sanno
purtroppo gli abitanti degli ex Paesi revisionisti
dell'Europa dell'Est.
Fossimo in Paolo Ferrero, in nome del nuovo corso
rifondarolo che non prevede l'abiura di tutta l'esperienza
del socialismo reale, non perderemmo tempo e lo
epureremmo, magari in compagnia del direttore
di "Liberazione", Piero Sansonetti, che in una intervista
rilasciata al "Corsera" dello stesso giorno, pubblicata a
pagina 5 a firma Fabrizio Roncone, afferma: <tutta la
storia del comunismo va ripensata. Anzi ti dico di più: io
non discuto con nessuno se non stabiliamo, in partenza, che
proviamo ribrezzo per ogni dittatura>.
Il responsabile del quotidiano rifondarolo dimentica una
cosa importante: la sedicente democrazia borghese non è
altro che la dittatura della borghesia sul proletariato, le
cui avanguardie - raccolte all'interno al Partito
Comunista - non possono esimersi dal lavorare per
sostituirla con la più alta forma di democrazia - dal greco
demos-craté che significa potere del popolo - che è la
dittatura del proletariato, all'interno della quale il
novanta per cento della popolazione estromette dal potere,
attraverso un obbligatorio uso della forza dovuto al fatto
che la borghesia non mollerà mai il potere di sua spontanea
volontà, il dieci per cento di sfruttatori.
Torino, 16 dicembre 2008
Stefano Ghio - Torino