CORRETTEZZA
Ogni giorno che passa ci chiediamo, con sempre maggiore
insistenza, quale sia la
motivazione dell'esistenza di un
giornale come
"Liberazione".
L'ultima occasione ci è data
dall'articolo - a firma Paolo
Favilli - presente a pagina 18
dell'edizione di mercoledì
22 aprile, intitolato "Questione comunista e storia del
comunismo": all'interno del
pezzo troviamo l'ennesimo
attacco alla figura del compagno
Stalin, autore - secondo
lo scribacchino di via del
Policlinico - dei <momenti
peggiori della storia umana>, da
lui identificati con i
campi di lavoro denominati Gulag.
Sappiamo da sempre che il sedicente 'giornale comunista'
non ha assolutamente nulla a che
fare con l'aggettivo di
cui usurpa il titolo, ma ora si è
passato veramente il
segno: come può un imbrattatore di
carta, che si presume si
senta - a torto o a ragione non
importa - comunista, fare
una affermazione come quella sopra
riportata?
Forse questo indegno personaggio
farebbe bene, prima
di "ripensare il
novecento" come recita l'occhiello del suo
scritto, ad andare a fare un
ripasso della storia vera, non
quella propagandata dai fascisti
più o meno travestiti che
infestano persino le redazioni dei
quotidiani sedicenti
comunisti: si accorgerebbe che ben
altri sono i momenti
peggiori della storia umana, e si
tratta proprio di quelle
cose contro cui il compagno Stalin
si è sempre battuto.
Solo per ricordarne una: se l'Armata Rossa, comandata dal
compagno Stalin (e non certamente
da quel traditore che fu
Trotzky), non avesse respinto le orde hitleriane a
Stalingrad, ora lui non potrebbe certamente scrivere ciò
che vuole senza essere vittima
della censura.
Ma per riconoscere una cosa del
genere bisogna essere
onesti intellettualmente, e non
essere accecati dal furore
propagandista di stampo trotzkista:
questo pennivendolo
invece ha dimostrato che la
correttezza non sa neppure dove
sta di casa.
Torino, 22 aprile 2009
Stefano Ghio - Torino