COERENTE

"il manifesto" di giovedì 4 giugno riporta - a pagina 4,
firma di Alessandro Braga - una intervista al portavoce
nazionale del più grosso partito trotzkista italiano, il
Pcl: il genovese - è nato nel quartiere di Pegli - Marco
Ferrando.
Leggendo le dichiarazioni fatte dal professore di storia e
filosofia dobbiamo riconoscergli una virtù che ormai sembra
del tutto sparita: la coerenza politica.
Da che lo conosciamo - il nostro primo incontro fu nel
1994, quando era nel Comitato politico regionale ligure di
Rifondazione, mentre chi scrive ne era la segreteria
tecnica - le sue esternazioni vanno sempre nella medesima
direzione: la costruzione di una forza politica realmente
anticapitalista, alternativa ai partiti borghesi anche
della falsa sinistra istituzionale, quella distrutta dalla
esperienza della lista Arcobaleno.
Certo, anche la coerenza a volte ha i suoi aspetti oscuri;
dice l'ex esponente di Lotta Comunista: <siamo l'unico
partito che non si è compromesso nelle politiche
antioperaie del centrosinistra>.
E' vero, alle elezioni europee l'unica lista presente che
ha questa caratteristica è il Pcl - Sinistra Critica,
dell'ex senatore Franco Turigliatto, non può certamente
dire altrettanto, avendo questi votato con la maggioranza
in più occasioni - ma solo a causa di due fatti precisi ed
incontestabili: il primo è che Ferrando è stato scippato,
nel 2006, di un seggio senatoriale a causa di sue
dichiarazioni "non in linea" con la segreteria nazionale
rifondarola, allora guidata dall'(in)Fausto... chissà come
si sarebbe comportato, temiamo non tanto diversamente da
Turigliatto; il secondo invece riguarda il fatto che il
Pcl, all'epoca dell'accozzaglia dell'Unione, ancora non
esisteva, e quindi anche volendo non avrebbe potuto votare
le leggi antioperaie ed antipopolari del governo del
Mortadella.
Concludiamo ribattendo alla affermazione di Ferrando, che
dichiara il voto al Pcl essere l'unico utile, che non
esiste un voto utile: solo la lotta paga!

Torino, 04 giugno 2009


Stefano Ghio - Torino