CHE SQUALLORE!
I congressi di circolo di Rifondazione sono in pieno
svolgimento e, come tutti i congressi che si rispettino,
vedono "i principali leader dello schieramento
avverso"
lanciarsi accuse reciproche di comportamento sleale nel
corso delle operazioni di voto e di tesseramenti gonfiati
ad arte.
Lo ammettiamo, siamo stupiti: non certo dal fatto che
esistono queste cose, un male radicato da sempre e ben
difficilmente estirpabile, bensì che vi sia ancora
qualcuno, tra politici navigati - quali sono Nichi Vendola,
Paolo Ferrero ed i loro accoliti - che finge di non esserne
a conoscenza e di indignarsi, quando è possibile che
altrove è qualcuno dei suoi galoppini a fare altrettanto a
parti invertite.
Così ci scappa da ridere leggendo, su
"Liberazione" del 25
giugno, che a Castellamare di Puglia tale Nicola Vetrano -
sostenitore delle posizioni assunte dall'ex ministro
valdese Paolo Ferrero, scritte nella mozione che porta la
prima firma di Maurizio Acerbo - si lamenta, dopo una
batosta di proporzioni notevoli (147 votanti: 137 voti alla
mozione di Vendola, 8 a quella di Acerbo, uno a quella di
Claudio Bellotti ed un astenuto), perché <il congresso
dalle 19 in poi si è trasformato in un seggio elettorale:
gestito da sole 25 persone, la gente veniva, votava e
andava via>: suvvia, lo sanno tutti che ai congressi da
sempre funziona così!
O questo signore vorrebbe farci credere che a Barletta (130
voti ad Acerbo contro due a Vendola) si è svolto tutto al
contrario, con tutti i militanti che hanno espresso la
propria preferenza solo dopo aver assistito all'intero
dibattito?
Siamo seri ed evitiamo queste dichiarazioni da operetta
fatte ad uso e consumo di chi di congressi o non ne ha
visto proprio in precedenza, oppure troppo pochi e come
semplice iscritto.
Certo, il clima è quello da 'rompete le righe': vinca
Vendola o si affermi Acerbo la sostanza sarà lo
scioglimento - immediato nel primo caso, rimandato di poco
nel secondo - del partito rifondarolo, in un contenitore
indistinto della falsa sinistra insieme con Sd.
Resta da chiedersi a chi giova questo scontro durissimo; la
risposta non può che essere: a chi si appresta a prendere
in mano le redini del nuovo 'soggetto unito e plurale.
Insomma: la solita questione "aulica" delle
poltrone.
Che squallore!
Torino, 25 giugno 2008