CAPITALISMO STRACCIONE
Un vecchio adagio recita: tutti i nodi vengono al pettine;
ci permettiamo di sfruttare questo antico detto popolare
per annunciare che finalmente abbiamo capito perché un
editore privato - nella fattispecie Luca Bonaccorsi -
dovrebbe acquisire la proprietà di una impresa, il
quotidiano "Liberazione", che è in rosso di tre milioni
solo per l'esercizio 2007 ed ha come prospettiva quella di
peggiorare i conti... il tutto senza poterne neppure
condizionare la linea politica, visto che il segretario del
partito attualmente proprietario della testata -
Rifondazione - ha appena deciso di silurare l'attuale
direttore responsabile per sostituirlo con due figure: un
nuovo direttore responsabile affiancato da un direttore
politico (probabilmente il sindacalista della Cgil di
Brescia Dino Greco), così da creare un costo nuovo di
notevole entità per il giornale.
Due direttori significano due stipendi da direttori, e non
tutti sono così pazzi - sia inteso bonariamente, in quanto
in questo caso si tratta certamente di una virtù - da
accettare di guadagnare lo stipendio di Mariuccia Ciotta e
Gabriele Polo del "manifesto" che incassano uno stipendio
paragonabile a quello di un operaio medio, e solo perché
hanno più di dieci anni di militanza nel collettivo
del 'quotidiano comunista'.
In nostro soccorso è venuta una dichiarazione del
segretario rifondarolo - riportata dai quotidiani di
venerdì 9 gennaio - nella quale il valdese, a proposito
della cessione della maggioranza del quotidiano di via del
Policlinico ad un privato, esclama senza un minimo di
vergogna: <se si cederà il 99 o all'1 per cento si vedrà,
l'importante è che non si perda il finanziamento pubblico>.
Ecco svelato l'arcano: il Bonaccorsi
acquisterà "Liberazione" a costo zero, grazie agli
introiti del finanziamento statale, e c'è da giurare che
poi vorrà influenzare la linea editoriale, come se i soldi
li mettesse lui.
Invece, si tratta del solito capitalismo straccione
all'italiana, quello che si accaparra le cose senza
rischiare nulla di suo: i giornalisti del piano terra del
palazzo sede di Rifondazione lo hanno compreso bene, ed
infatti non gradiscono una simile soluzione.
Ora tocca a Paolo Ferrero togliersi le fette di prosciutto
dagli occhi e guardare in faccia la realtà.
Torino, 09 gennaio 2009
Stefano Ghio - Torino